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- Babbo tuo dice

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- Ad Andria mia

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Natale

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di Silvia Guglielmi

- Offrendo un fiore

- Abbandono

- Ultimi versi

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Le poesie di mio padre

Emanuele SCARINGELLA
Poeta Esca Ringella
Andria 21 febbraio 1908 - Andria 31 dicembre 1974

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poesie01.

ECCOMI, BUONA GENTE

Eccomi buona gente, amici cari,
quale io sono. Ho una psicologia
romantica che allieta i giorni amari
che spesso cadon nell'anima mia.

Castani i miei capelli ed ondulati;
pupille chiare, grandi ed espressive;
del viso i tratti sono misurati,
le gote un poco accese, un poco vive.

Né snello né robusto. Ho regolare
e ben proporzionata la statura;
sta dritta, quando voglio camminare,
la mia modesta e semplice figura.

Ambizione non ho, non ho segreti.
Non inseguo chimere, né una mèta
anelo, disperato: ho sonni quieti.

Sogno d'essere sol un buon Poeta!

Emanuele Scaringella

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POLVERE
(Dedicata ad un dipinto — POLVERE — del pittore
Comm. Prof. ALFONSO DI PASQUALE).

Sulla strada lucente, sotto il sole,
l’automobile va, e come un gran fiume,
sfocia nella città, n'esca rombando,
imbocca la stradetta provinciale
non ancora asfaltata, e oltre le curve
siccome è giunta, rapida scompare,
dietro di lei lasciando
un nugolo di polvere
che pian piano si va volatizzando.

Così la sigaretta
nel familiare ostello, o nell'ambiente
chiuso del vizio, una spirale innalza
d'azzurrognolo fumo,
che lento si dissolve
lasciando solo un debole profumo.

Così la nostra vita
giorno per giorno, lentamente evolve
verso la fine, lieve una spirale
di polvere e di fumo
lasciando sul passaggio suo mortale.

E nulla resta, salvo il Bene e il Male,
che quaggiù abbiam compiuto,
nel ricordo di quanti
ci hanno conosciuto.

Polvere di ricordo,
cenere di memorie,
labile come il fumo sollevato
da un auto che è sparita,
o da una sigaretta consumata.

ANDRIA (BA).

Esca Ringella.

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INCONTRO CON UNA ZINGARA

Si, la incontrai lungo una strada ignota.
Mi guardò fisso e, a un tratto, la sua mano
tese verso la mia, pendente, immota:
voleva indovinar tutto il mio arcano.

Incredulo e distante la fissai.
- Lasciamo andar - le dissi - che m'importa
di ciò che nella mano leggerai?
Da tempo ogni speranza è in me già morta…

- Sii buono, amico! – A me si fè vicina.
- Io la scacciai, con lo sguardo amaro.
- So leggere sicura il tuo destino.
- Io dissi no. Le diedi del danaro.

Le chiesi il nome che più, ormai, non scordo.
Lo disse. Un nome assai bello: Erminia.
Ancora, come allora, lo ricordo,
e lo ripeto spesso quest'anima mia.

Andria (BA)

Esca Ringella

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NON DIRE DI ME CHI SONO

Non dire mi me chi sono,
se di me non sai,
ma pensa chi sei,
e dopo di me dirai.

Esca Ringella

N. B.di questa poesia non sono riuscito a trovare l’originale scritto o pubblicato
e le parole sono state scritte così come le ricordo.

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La Preghiera dell’AVIATORE

O Iddio grande, benedici tutti
i nostri morti, gli assenti lontani.

Proteggi noi che in alto nei Cieli
lanciamo il cuore sulla fragile Ala!

E se l'ala si spezza o il motore falla,
fa tu Iddio, che la nostra morte sia
dolce, nello spazio infinito.

E che la terra non sia la nostra
feroce nemica.
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Aviere SCARINGELLA EMANUELE

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èpesie2

Esca Ringella al servizio militare.

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GENTE DEL PAZZO MONDO

Oh gente che t’illudi,
di conquistare la Terra,
d’attingere la Luna,
forse per farle guerra,
che vuoi salire su Marte,
su Venere regnar,
e l’universo inter,
innanzi a te piegar.

No, né Marte né Venere
tu conquistar potrai,
perché sei solo cenere,
perché tu pur morrai,
farai coi vermi guerra,
e vinto marcirai.

Deponi la superbia,
ritorna nel tuo io,
e pensa che sol Dio
può tutto conquistar,
Lui che sul Mondo impera,
tutto distrugger può,
senza razzi né missili
così come il creò.

Esca Ringella.

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BUON NATALE!

BUON ANNO!

Con questi versi,
v'auguro, amici,
cento felici
di questi dì.

Vivete in pace,
sani e tranquilli,
vispi ed arzilli,
sempre così!

e. s.

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L’UOMO SI FA BELVA

Ancora e sempre, la violenza esplode
cruda, selvaggia. L'uomo si fa belva,
e strazia e uccide con mitraglie e bombe.

Tra i fior della risorta primavera,
nel sole d'oro, s'aprono le tombe,
giornalmente e dovunque. Non è ancora
spenta l'eco dei fatti di Maalot,
che nuovo sangue irrora Brescia, fiera
e civile città. Là, sono i bimbi
d'una scuola che cadono, falciati
come fior sullo stelo sotto i mitra
dei feddajn; qui, invece, i cittadini,
uomini, donne, senza distinzione,
una bomba dilania, sul Piazzale
della Loggia, nascosta in un cestino…

E quando cesserà l'orda funesta
dei terroristi sparsi in tutto il mondo,
d'alzar sul capo della gente onesta
che sul lavoro quotidiano fonda
le basi della Vita e della Pace,
la sua spada di Damocle? Fin quando
sopporteremo senza reagire,
senza schiacciare il capo alla funesta
Aracne che la tela della Morte
tesse, impunita, e tutti avvolge e soffoca?

Legge marziale, draconiana, forse,
ma necessaria, occorre. E a chi la Morte
agli altri arreca, Morte pur sia data.

Per la pace futura, per il bene
e l'avvenir dei figli, per l'Italia
che fu di civiltà culla nel mondo,
più non si indugi; troppo già s'è atteso,
ed ogni indugio è colpa in faccia ai Morti
che chiedono Giustizia, innanzi ai vivi
ancora in lotta per la Libertà.

Andria (BA)

Esca Ringella

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CRISTO NELL'ORTO

Nell'Orto dei Getsemani - o nottata
di Passione e d'Amore! - il volto fiso
a la silente immensità stellata,
il Cristo prega per l'Umanità.

Presentendo la Morte sulla Croce,
sudor di sangue emette e amaro pianto,
e con sommessa e trepidante voce,
il Padre implora che nell'Alto sta:

“O Padre, se è possibile, allontana
da me l'amaro calice!..." Ma intanto,
con Giuda in testa, l'accozzaglia insana
a forzare il cancello intenta è già…

Ecco, l'han preso!... Ecco, l'han già legato!

Dal rimorso inseguito, se ne va
il traditor col prezzo del mercato...
O Dio del Cielo, abbi di noi pietà!

e. s.

"Con approvazione ecclesiastica".

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AMICO

Amico non guardarmi. Tra la massa
che s’odia o s’ama, dolorante o lieta
confusa nella cerchia del pianeta,
sono già un’ombra pallida che passa…

Esca Ringella

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COM’È DESERTA LA MIA VITA

(Canzone da musicare)

Come cadon dagli alberi le foglie
quando l'autunno torna in nostalgia,
così le mie speranza ad una ad una
cadon dai rami della vita mia.

Come le foglie spente
in vorticose danze,
cadono le speranze,
fuggon veloci i dì.

Ogni giorno più solo,
senza un raggio d'amore,
il mio povero cuore
piange quel che svanì.

E resto come un prato senza fiori,
come un roseto spoglio nell'inverno;
e mentre nel rimpianto i dì trascorro,
muore ogni sogno che credevo eterno.

Come le foglie spente
in vorticose danze,
cadono le Speranze,
fuggon veloci i dì.
Ogni giorno più solo,
senza un raggio d'amore,
il mio povero cuore
piange quel che svanì.

Andria (Bari)

ESCA RINGELLA

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È SAN RICCARDO

D’Andria Fidelis è oggi la gran festa;
il popolo che circola felice,
onora il Protettor, la Protettrice,
sentendo in cor la nuova fé ridesta.

Le luminarie invadono le strade:
Corso Cavour, sino a Porta Castello,
con Piazza Catuma, è un sogno bello
di luci, che rinnova le contrade.

Nel suggestivo e splendido scenario,
ciascuno si ritrova con l'amico;
nello splendor di questo rito antico
il tenore di vita sembra vario.

O alta, eccelsa, Protettrice, Santa
Maria dei Miracoli, che siedi
accanto a San Riccardo, e tutto vedi
d’Andria e della tua gente a te votata.

La passione divina oggi si desta;
intercedi il Signore: misericordia,
salute, pace, fede, amor, concordia
per tutti siano in questo dì di festa!

ANDRIA(BA)

Esca Ringella.

  Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVIII, Nr.8, Andria settembre 1954

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A TE, MIO PICCOLO

AL MIO FIGLIOLETTO SALVATORE

Per te voglio cantar questo sonetto,

Cantare la canzone del mio cuore.
A te mio caro figlio prediletto
Tenero e grazioso come un fiore.

Sei tu che ispiri il cuore e la mia mente

Ed io ti dono in pura devozione
Questi miei brevi versi dal fiorente
Ardore nati della mia passione.

Frutto tu sei del mio grande amore:

Consacro a te la fiamma di mia vita,
Quella che ti riscalda col calore
Della profonda mia fede infinita.

ANDRIA (Bari) Gennaio 1943.

EMANUELE SCARINGELLA

NOTA – Emanuele Scaringella continua a scrivere sotto l'impulso del cuore, lavori pieni di sentimento e di amore.
    Instancabile, nella sua attività, farà certamente della strada se saprà mantenersi ligio ai canoni fondamentali della poesia,
canoni che richiedono attento studio e soprattutto volontà e perseveranza.
    In questo sonetto al figlio, l'anima dello Scaringella sussulta e, benedicente si accosta a Dio, trasmettendo nel suo piccolo,
la fede e la speranza nella vita. L'autore dovrebbe un poco vigilarsi per poter dare in seguito lavori sempre più apprezzabili.

(G. Spinelli de' Santelena)


Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XII, Nr. 4, Andria – 31 luglio 1943


                    Sopra la tua Tomba io pregherò o figliuolo - ma dimmi !
                               Dimmi, cosa potrà dirmi la tua Croce ? -


                   Andria (Bari), 22 luglio 1943
                                          Emanuele Scaringella

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CAMPANE DI ANDRIA

Campane, che spandete
note di fede in chiarità d'albore,
che l'anima invitate a eccelse mete
e intenerite il cuore;
squille dei campanil di Andria mia
vecchi d'eroica storia,
che rintoccate in questa Pasqua pia
solennemente a gloria,
ritmando i voli degli augelli,
a schiera intorno a voi sfreccianti,
nel sole biondo della Primavera,
a voi del cuore i canti!

e. s.

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AVE, O MADRE STELLA DEL MARE
(A Maria Santissima di Altomare)

Ave, o Madre stella del mare
Tu la più bella tra quelle rare.
A Te il mio cuore rivolge
pia una preghiera: Salve, o Maria.

O Madre: faro e luce radiosa
della mia vita sì tempestosa.

O Madre: mare di grazia ambita
colma di doni questa mia vita.

O Madre: mare di beni amati
guarisci il male dei miei peccati.

O Madre: mare della salute
solleva queste spemi cadute.

O Madre: mare della dolcezza
consola questa mia vecchiezza.

O Madre: mare del vero amore
inonda tutto questo mio cuore.

O Madre: mare d'ogni perdono
allevia questo mio abbandono.

O Madre: mare del puro incanto
tergi dagli occhi di tutti il pianto.

O Madre: mare di fede pia
me assisti sempre. E così sia.

ANDRIA (BA) aprile 1951

Esca Ringella,

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XV, Nr. 4, Andria 25 aprile 1951
Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XV, Nr. 5, Andria 15 maggio 1951

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BASTA CON L’ODIO!

O Signore, perché si odia nel mondo?
Perché dilaga sempre più l'ondata
della violenza che sommerge e svelle
i segni sacri della Civiltà?
Non più argini trova la fiumana
che pare anticipar l’Apocalisse;
razzisti, i bianchi fan dei negri strage
e delle negre stupro… E, poiché l’Odio
vendetta chiama, i negri, dentro i ghetti
sordidi d’Harlem s’alzano a colpire…

Si combatte in Giordania, in Palestina;
arabi ed egiziani, con l’aiuto
degli stranieri, che nell'ombra agiscono,
si contendon fraterni territori…

Si combatte per terra, in mar, nel cielo,
e l'Amore, per cui fummo creati,
non trova spazio più per dare un bacio
che trovi, invece d’una mano tesa,
un pugno alzato, pronto per colpire!

Non siamo dunque tutti uguali, nati
da una libera terra,
sotto un libero cielo?
E qual motivo induce alla fobia,
contro le leggi del Vangelo, il mondo?
L'Ambizione? La sete di conquista?
Chissà!... quello che è certo, è che rivive
l’homo homini lupus, e che impera
come non mai da quando mondo è mondo,
la legge della giungla… O Dio, fa Tu
che quest’orrore cessi, e che l'Amore,
come il sole che sorge tra le nubi,
risplenda sulla terra martoriata,
e dal sangue sbocciare faccia il sacro
Fior della Pace!

ANDRIA (BA)

Esca Ringella

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VENTO
Alla mia cara mamma lontana.

Vento che sospirando lievemente
nella mia mente in ridda ti trasformi,
passi nel mio pensier sempre furente.
Porta, vento, l'eterno mio sospiro
al mio paesello che dovei lasciare
ma che nel mio pensiero sempre miro.
Dè che l'anima mia vuoi ribaciare
quella vecchietta candida che prega
per chi non la potrà dimenticare.
Dille che figlio sono del suo amore
e che le labbra mie non sanno dire
che le parole: - Mamma sei il mio fiore -.

Apollonia Cirenaica

ESCA RINGELLA

Emanuele Scaringella (Esca Ringella) è un operaio indotto, umile, triste:
appunto, per queste qualità è un poeta spontaneo, schietto, semplice.
Uguale definizione non può attribuirsi ai molti “intellettuali”, che
infestano le pagine delle molte Riviste d'oggi.

PASQUALE CAFARO

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PREMIO LETTERARIO NAZIONALE "CARLO GOLDONI"
CANNAREGIO, 5005 30121 VENEZIA

ABBI, MIO DIO, PIETÀ

Abbi, mio Dio, pietà
di chi non ha difesa
contro la ferocia che dilaga,
com'acqua d'alluvione,
e tutto schianta e svelle.

Opponi le dighe dei cuori
contro i ladri e i mestatori
che più potenti sono, più si fanno
crudeli, e più si credono
intoccabili.

Alza come un vessillo universale
la Tua croce di martirio
di resurrezione,
sopra chi in Te non crede;
debella l'orgoglio che nasce
dalla superbia vile,
e fa che la Pace risplenda,
come una face,
sul mondo tormentato.

Unisci con catene di rose
le mani delle genti d'ogni razza,
e fa che si compia il prodigio
d'infrangere le spade
contro steli di fiori.

Fa che si spanda al vento
di tutti i continenti
la parola: - FRATELLO -,
che sull'Odio, l'Amore, nel Tuo nome,
abbia vittoria piena,
duratura.

Fa che i cuori, Signore,
riacquistino un Canto,
e gli occhi la purezza
dei primi flottii d'acqua
sulla giovane terra.

Ti preghiamo per questo,
e per questo viviamo.
Figli indegni d'Adamo.
Dacci ascolto, o Signore.

ANDRIA (BA)

Esca Ringella

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ANDRIA CANTA!

Andria canta coi suoi campanili
allor che nasce e allor che muore il giorno,
con melodie soavissime e sottili
l'incanto che si espande a lei d'intorno.

Andria canta coi prischi monumenti
ricchi di storia, d'arte e di bellezza,
alle novelle generazioni i venti
recano il soffio della lor grandezza.

Esca Ringella

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A SUA SANTITÀ PAOLO VI
(Devotamente, dedico).

Tu, nel buio del mondo.
sei la Pace splendente,
il cuore Universale
dell'universa gente.

Predicano le Tue labbra
eterna verità;
innanzi a Te prostrata,
prega l’Umanità.

Dall'India senza pane
al Vietnam senza pace,
tutti Ti son vicini,
tutti hanno fede in Te.

Sei l'Araldo d'amore
tra la furia che rugge,
e, più pacato sei,
più plachi il mar che mugge.

Novello San Francesco, Tu
tra l'armi, disarmato,
passi, ammansando i lupi.

Sei l'Avvenire, il Sole
dei nostri giorni cupi.

E tutti, neri o bianchi,
a Te guardando, levano,
supplici, gli occhi al Cielo,
dalla fede sorretti
in quel Cristo ch'è in Te,
e sul fragore immane
del cannone, la voce
di tutti i cuori s'alza
nel segno della. Croce:
“Gloria al Padre, al Figliolo,
allo Spirito Santo”
Così sia.-

Andria (BA).

Emanuele Scaringella
Esca Ringella

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BABBO TUO DICE
(A mio figlio Enzo, dedico)

Piccolo Enzuccio!
Oh! quanto mi sei caro,
rendi meno amaro
il viver mio, mirando il tuo sorriso!
Forse tu pure sogni
ed il sognar ti fa più bello il viso,
perché, beato, sogni
il Paradiso!

Piccolo Enzuccio:
virgulto verde di mia primavera,
dell’esser mio la linfa in te si avvera,
tu: giovane rigoglio del mio sangue,
splendore dei miei sogni,
tu le dolcezze che io bramo, agogni.

Enzuccio mio!
Oh! quanto mi sei caro,
rendi meno amaro
il viver mio,
mirare il tuo sorriso!

Andria(BA)

Esca Ringella

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A ROBERT KENNEDY, vivo nella memoria.

Come i predestinati
che sulla fronte portano il suggello
dell'eroismo insonne e del martirio
che sublima la Morte,
Tu nascesti in un'Era turbolenta,
d'intensa evoluzione,
per essere, nel mondo fatto rogo
dal razzismo imperante
Apostolo di pace,
Alfiere di Giustizia e Libertà.

La dinamica spinta al parossismo
abbatteva per sempre il secolare,
traballante edificio
d'un arcaismo di maniera, che
l'uno copia dell'altro,
come sfornati in massa
da un gigantesco calco.

L'Umanità chiedeva,
più che parola, opere, e imponeva
i suoi diritti al Sogno la Realtà.

Tu venisti, come
il Grande tuo fratello
e Luther King, l'Apostolo
d'una razza redenta
a prezzo d'una guerra fratricida,
eppure schiava ancora
di stolti pregiudizi,
ad indicare al mondo
la via della Salvezza.

Giungesti, come il Cristo
vestito d'umiltà
ma di coraggio armato,
a debellare i facili
profeti, ed a scacciare
i Farisei dal Tempio.

E formasti così
la Triade Santa
che doveva irrorare
sulla Terra, col sangue,
il Fiore dell'Amore
e far più ricco il Cielo.

T'attendeva, Lassù,
Papa Giovanni,
e ti stringeva al cuore.

Ora, dall’alto Azzurro,
preghi per tutti noi,
che pure coltiviamo
sempre nel seno un Giuda
per coltivare nell’ombra
chi ci addita la Luce.

Esca Ringella

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ANDRIA - CASTEL DEL MONTE
Costruzione Sveva del secolo XIII

Castel del Monte, dalle rozze mura,
sorto nel fosco e freddo Medio Evo;
Castel del Monte, usbergo di paura
nel tempo in cui signoreggiò lo Svevo,
tu fa’ ricordar i cavalieri armati,
i paladin, le giostre ed i Crociati.

e. s.

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ANELITO SUPREMO

Su questa Terra, un pallido pianeta
che deve all'astro d'or luce e calore,
noi passiam come ombre, destinate
a finir nella fossa, e nulla resta
di noi, per chi ci amò, fuorché il Ricordo.

Ma l'anima non muore. Come il Sole,
come una Stella filgida, nel Cielo
ha una Vita immortale, e Dio contempla
fra le schiere dei Santi, dei Beati
e dei puri di cuore. E quanto più
l'Uom si fa vecchio, e curva ombra diventa,
l'anelo di lasciar questo pianeta,
questa Valle di lacrime, l'assilla
per farsi tutto luce, tutta anima,
nell'infinita azzurrità del Cielo.

ANDRIA (BA)

Esca Ringella

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BABBO TUO DICE

Enzuccio,
Angioletto mio,
Mio pupo buono e caro,
Disceso sulla terra
Per allietarmi il cuore.

Enzuccio,
Fior del mio Amore
Benedetto da DIO,
Cresci giocondo e sano,
Bello, virtuoso e forte.

Ama la tua madrina,
La tua JOLANDA bella,
Fiore di giovinezza e di virtù,
Esempio ai cuor gentili.

D'ogni tuo verde aprile
Cogli per essa i gigli,
E sacra ai genitori
Che t'amano, ogni di,
I palpiti del cuore.

Sempre, Enzuccio, così.

Emanuele SCARINGELLA

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IL TUO RITRATTO

Io guardo il tuo ritratto tanto caro,
guardo i tuoi occhi che sembrano stelle,
il tuo sorriso e le tue treccie belle,
e mi sento nel cuore un dubbio amaro.

La tua boccuccia fatta per baciare
chi degnamente la saprà cantare?
Chi mai saprà cantar, dolce bambina,
il tuo volto d'angelica regina?

Io t'amo tanto e per te solo ormai
mi canta il sangue in cor, dentro le vene;
ma dimmi, dimmi: mi vorrai tu bene?
Io t'amo tanto e non ti scordo mai!

Andria Bari.

EMANUELE SCARINGELLA

Pubblicata su: “I romanzi della Giovinezza” Raffaele TOSI
«Oltre i confini del Sogno», – Varallo 1941- XIX, pag. XXXVII

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RESURREXIT!

Gesù risorge dal Sepolcro Santo,
Gesù risale ai cieli,
e fondesi col canto
delle campane il coro dei fedeli.

De la Divina Madre
ha forse udito l’angoscioso pianto,
e fra osannanti squadre
per Lei rivive in un purpureo manto.

Rivive e lascia al cuore
de gli umani sopiti un dolce dono:
la fede dell’amore,
la gioia del Perdono.

Andria Pasqua 1955.

Esca Ringella

Con Approv. Ecclesiastica

L’autore, augura ai cari amici vicini e lontani: “Buona Pasqua”

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INGLESINA

T'ho conosciuta un giorno in Cirenaica,
e mi volesti bene,
presso la fredda statua della nuda
Venere di Cirene.
Statua ardente ed armoniosa, tu
mi prendesti per mano,
e via per un sentier mi conducesti,
come in un sogno arcano.
La tua voce maliosa racchiudeva
un'armonia divina:
entro i tuoi occhi si specchiava il cielo
e l'azzurra marina.
Ed io t'amai, come sol s'usa amare
quando s'hanno vent'anni,
e nel mar del tuo sguardo naufragavo
annegando gli affanni.
Ora il tempo è trascorso... Non so più
dove sei, cosa fai...
Forse ti sei sposata, forse un bimbo
per mano condurrai...
Forse per lui, con la tua dolce voce
canti una mia canzone...
Forse pensi in segreto al tuo soldato,
bionda figlia d'Albione.
Forse verso l'Italia, a me pensando,
volgi gli occhioni stanchi,
e con tristezza annodi sulla nuca
i tuoi capelli bianchi.
Quei capelli che un dì, nelle mie mani
parean oro colato,
e non rivedrò più, come ogni cosa
che riguarda il passato.

ESCA RINGELLA

Piazza Augusto Murri n. 13/5 - Andria (Bari)

Il vero nome è Emanuele Scaringella, nato ad Andria (Bari), ove attualmente risiede.
Fin dal 1928 cominciò a pubblicare sue poesie su riviste ed antologie.
Segretario Redazionale de «Il Pungolo Verde». Iscritto a varie Accademie
in qualità di Socio Benemerito. Dall'Accademia «Phoenix» di Bari, conferì il
Diploma con Medaglia di Benemerenza. Dall'Accademia Letteraria Arte
Scientifica di Treviso conferì il Diploma e Medaglia Accademico con
Palma al Merito in Oro. Dalla Columbian Academy (U.S.A.) il Lauro
Poetico. Al Concorso Poetico Città di Campobasso, per il ventesimo
anno di vita del «Pungolo Verde», sotto l'egida della Columbia Academy
di St. Louis (U.S.A.), ha ricevuto il Diploma e Medaglia di Bronzo,
piazzandosi al quarto posto sui 487 partecipanti, con la poesia «Inglesina».

Tratto dal libro di: «Guido MASSARELLI» “I Poeti del Pungolo Verde”
Edizioni Pungolo Verde – Campobasso 1966 Anno XX - pag. 110.

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A MIA MADRE

Tu buona, tu cara, tu bella,
or vivi nel raggio di luce
di tremula stella.
Ma quale è la strada che adduce
a te, Mamma santa?
Insegnala al cuore che piange,
nel mondo che canta.

Esca Ringella

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ANDRIA, CULLA DEI MIEI SOGNI !

Cara Città, dov'io dischiusi gli occhi,
innocente alla luce,
dove vissi ed amai, dov'ebbi in dono
dal SIGNORE i miei figli;
Città dei campanil nella ferace
dolce terra di Puglia
d'eterna ONUSTA sì gloriosa storia,
io t'amo dolce culla dei miei sogni!
Andria forte e bella
io te canto con l'estro del Poeta,
Con l'ardor dei vent'anni, e ti consacro
il mio pensier fedele e la mia fede.
Tu risplendi qual gemma
incastonata nello scrigno d'oro
dell'Italia adorata.
L'olezzo dei tuoi fior tutto m'inonda
e m'ispira a cantar, sul ritmo blando
del non lontano mare.

Andria 1942.

Emanuele Scaringella

P.S. – Segnalata meritevole di pubblicazione al Concorso di poesia – PRINCIPE EMANUELE
MESSENI NEMAGNA – indetto da – PENSIERO ED ARTE – di BARI, rivista di GINO SPINELLI de’
SANTELENA.
Ha meritato il Diploma d’Onore in pergamena.

                                Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVI, Nr.5, Andria – 18 marzo 1952

Emanuele Scaringella è nato ad Andria e coltiva da tempo la poesia alla
quale dedica le ore più serene della sua giornata. Autodidatta, collabora
sudiverse riviste, letterarie, quali: «Fiorisce un cenacolo» - «La fonte della
cultura» - «Rondine» - «L'Idea» - «Pensiero ed Arte». È socio dell'Accademia
di Paestum - dell' Istituto Napoletano di Cultura – della Associazione Letteraria
e scientifica di Genova. Nel nostro Concorso di Poesia si è piazzato
al diciassettesimo posto. Egli non ha ancora potuto pubblicare una raccolta
delle sue poesie, per impossibilità finanziaria, Scaringella - è una
promessa. Fidiamo nel suo avvenire.

(Nietta Castrin)

Tratto da: «Pensiero ed Arte» Bari Aprile 1952.

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AVE MARIA!

Il vento rumoreggia tra i fogliami smarriti
al primo soffio autunnale;
come una nube, su, pei nudi rami
una preghiera verso il cielo sale.

Delle campagne le distese immense
sembra che a un suono vibrino di arcane
note disperse, ma nell'eco, intense,
di alte sonore e trepide campane.

Ave Maria! Nell’aria si disperde
l'accento pio del religioso amore.
Sembra che ondeggi di natura il verde
or che commosso in petto s'è il mio cuore.

O salus infirmorum! O Madre! Ave!
Le mie energie depresse e pur la mia
pena, soccorri, o Madre, nella grave
ora del mio soffrire. E così sia!

Andria (BA)

Esca Ringella

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ADDIO, COLLEFERRO!

T’ho detto “Addio!”, mia bella Colleferro,
mentre splendeva il sole ed il Creato
e dai mie cari io ero accompagnato.

T'ho detto: “Addio!", mia bella Colleferro,
dalle colline verdi e profumate,
dalle ragazze belle e innamorate.

T'ho detto: “Addio!", o bella-Colleferro
ricca di fieri e placidi operai
che vedi ai dì di festa, in bel via - vai.

T'ho detto: “Addio!”, un giorno, o Colleferro,
nella casetta di via Artigianato
dove, felice, ho un poco soggiornato.

T'ho detto: “Addio!”, amata Colleferro,
in Santa Barbara nel tempietto bianco
ove ho pregato col mio cuore stanco.

T'ho detto: “Addio!”, o bella Colleferro
ridente di ragazze affascinanti
e di operai B.P.D. eleganti.

Addio! Addio!... O bella Colleferro…
Io ti saluto con un mesto canto,
con un singhiozzo amaro di rimpianto!...

Esca Ringella

Pubblicata su: «La Fonte della Cultura» Napoli, 1950.
«L’UNIONE DI COLLEFERRO» 1959

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TI PREGO, O MIO SIGNORE!

Ai Tuoi piedi, o Signore, inginocchiato
io Ti prego col massimo fervore,
dal Tuo umano martirio addolorato,
con l’angoscia, nel cuor, del Tuo dolore!
Muto il labbro, a Te parla il pensiero.
Ti riveli il segreto d’infinita
pena amara che soffro e nel sentiero
del Tuo Bene la triste sia finita.
Io Ti prego col cuore, mio Signore.
Deh! mi ascolta. Son triste e sconsolato,
dè Tuoi figli sono l’umile e il peggiore.
Prima ancor che l’età cada appassita
sulla china fatale, fa che il Vero
splenda in Terra e men triste sia la mia vita!

Andria (Bari) Aprile 1951

Emanuele Scaringella

(Con approv. eccles.)

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OH! PITTORE
(Ad ALFONSO DI PASQUALE, con cuore di poeta.)

Oh! Di Lavello magico pittore
Maestro assai lodato del paesaggio,
dell’armonia e del più bel colore.

Il tuo pennello dona alla natura
Un fascino di sogno e di poesia
Che si concreta nella tua pittura.

I più bei sentimenti sono avvinti
alla tua Arte, oh andriese Artista,
espressi nei tuoi vividi dipinti.

L’Arte dei tuoi colori ha una parola
Santa: bellezza! E in quest’età moderna
agli altri sia modello e scuola!

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», anno XV N. 10, Andria 28 ottobre 1951.

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Madonna degli Angeli: “L’ASSUNTA”

Le nubi Ti circondano, MARIA,
su cui veleggian gli angioletti a schiera,
in dolce atteggiamento di preghiera
intorno all'alma Tua figura pia.

Soave ascendi l’arco d’or del Cielo
col mistico corteo dei cherubini,
verso l'eccelsa Gloria dei divini
spazi, come un sublime e umano stelo!

Lungo la Tua ascendente e azzurra via
prega per noi il SIGNORE, Vergin MARIA!

Andria (Bari) aprile 1951

Emanuele Scaringella

(con approv. eccles.)
Pubblicata sulla Copertina del Giornalino "Voce Amica - Estate 2012 - Guardavalle Marina (CZ)"
Stampato a cura della Parrocchia "S. Maria degli Angeli" Guardavalle Marina (CZ).

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SQUILLATE, CAMPANE DI ANDRIA

Squillate, campane di Andria
è Pasqua! Squillate! Squillate!
Sonore, vicine e lontane,
perché è risorto il Signor.

Squillate nel vol dai più alti
campanili, con voce augurale
da S. Francesco, dalla Cattedrale
e da S. Domenico ognor.

Squillate festose ch'è Pasqua!
La cittadella inondate
coi vostri rintocchi argentini.

Sia dappertutto la Pace.
Campane di Andria squillate
pei cuori lontani e vicini.

Andria. Pasqua 1953.

Esca Ringella

  Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVII, Nr.3, Andria – Pasqua 1953

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ECCOMI AMICI

Eccomi, amici: sono in mezzo a voi
dopo un silenzio quanto mai atroce;
il male, nel meandri oscuri suoi,
mi tenne prigionier… Or la mia voce
a voi riporta il sentimento arcano
del cuore, rivolto a voi in tutte le ore,
quando, lontano, io fui da voi lontano
solo nell'ombra cupa del dolore...
Io stimo e voglio ben, più che a me stesso,
gli amici cari, le mie care amiche
spirituali, a cui. rivolgo, adesso,
le mie parole care, pur se antiche.
A Cafaro Pasquale ed a Morgigni
Eligio, come ad Alfonso Di Pasquale,
a Salvatore Maturanzo, a Guido
Massarelli, nonché, a Carmine Manzi
e a Gino Spinelli dè Santelena,
a Mylena Fiorini, alla Busillo
Maria, a Elena Tronci, ad Alfonsina
Signore, il mio saluto appassionato.
L'ora del breve mio distacco è spenta;
la gioia m'inonda il cor, oggi, tornando
in mezzo a voi, la fantasia inventa
e il cor, di nuovo, se ne va sospirando!

Andria, febb. 1954

Esca Ringella

Pubblicata su:«L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVIII, Nr. 2, Marzo 1954.

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NON CI SEI PIU', MA VIVI IN NOI!
Alla memoria del caro prof. Alfredo Rossi.

L’ombra funesta che sul mondo incombe,
piombata è su di te, furtivamente;
e sei partito… fra le meste tombe,
nel lòculo del salice piangente.

Di te, che cosa resta, o caro amico?
Qualche biglietto, qualche rimembranza…
Un verso nato nel buon tempo antico:
il tempo dell’amore, della speranza.

La tua visione aleggia in aria come
aleggiano degli alberi le chiome,
e ancor ci parli con gli accenti tuoi.

Il cuore, disperato, esso soltanto
avverte il vuoto e si abbandona al pianto…

Non ci sei più, ma vivi in tutti noi!

Andria (Bari), agosto 1954.

Esca Ringella

Pubblicata su: «La Fonte della Cultura», Napoli ottobre 1954.

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IL CANTO DELL’ONDA
(Al Prof. ALFONSO DI PASQUALE, con Ammirazione per il suo dipinto.)

L'onda che increspa il mare e spumeggiante
cerca la riva, ansiosa, che cancella,
canta alla spiaggia, tutta biancheggiante,
con gli orli di merletti cui l'abbella.

Le due figure immobili - distesa
sopra la sabbia l'una e l'altra in posa
sognante, a un ideal ciascuna arresa,
hanno nel viso i segni della rosa.

L'onda che dice con il suo linguaggio?
Quale mistero il mare ad essa dona?
Certo dell'infinito essa è il miraggio,
certo di DIO la voce in essa suona.

Il mare canta! Ogni sua voce fonda
vibra alla superficie e si disperde
a riva, con il murmure dell'onda
che, come foglia, si fa tutta verde!

Andria (Bari), agosto 1954

Esca Ringella

   Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVIII, Nr.7, Andria - agosto 1954

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CHITARRA MIA

Notte silente,
brillan nel cielo palpiti di stelle,
tace, sogna e riposasi la gente.

Nell'ombra bruna,
io vedo, ed ho con me la mia chitarra
che m'è più amica assai della fortuna.

Insonni cuori
da un amore perduto tormentati,
udite questi accenti miei sonori.

Schiudo il sipario
della mia vita, col mio canto dolce
in questo estivo e placido scenario.

Fiore del mare,
mi befferò del mio destin crudele:
ho la chitarra e il fiato per cantare.

Fiore di fiamma,
al mondo non esiste amor sincero
di quello vero e grande della mamma.

Fior di pisello
l'amore non conviene amarlo assai:
amate solo quel che v’è di bello.

Note perdute,
cambiate in stelle, in questa notte estiva,
dagli occhi miei le lacrime cadute.

Esca Ringella

Pubblicata su: «La Fonte della Cultura» Napoli, novembre – dicembre 1954.

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AFRICA BELLA

Se penso ad una lenta carovana
che va nel sol dor,
sbucciando una banana
una canzone strana
mi detta il vecchio cuor.
Canto d’antico amor!

Africa bella, Fiore del Deserto,
miraggio del mio cuore appassionato
stesa sul mare, sotto il cielo aperto.

Africa nera, non ti so scordar!
Tu mi ricordi il tempo del Soldato,
la Giovinezza che non può tornar!

Africa bella, nel tuo dolce incanto
c’è il tempo che fuggì,
e trema nel mio canto
un’onda di rimpianto
pel Sogno che svanì.

Perciò canto così:
Africa nera, Fiore del Deserto,
Miraggio del mio cuore appassionato,
stesa sul mare, sotto il cielo aperto,
Africa nera, non ti so scordar!
Tu mi ricordi il tempo del Soldato,
la Giovinezza che non può tornar!

Africa bella non ti so scordar!
Tu mi ricordi il tempo ch’è passato,
e, se ti penso, piango nel cantar!

Esca Ringella

Pubblicata su: «La Fonte della Cultura» Napoli - Settembre – Ottobre 1954.

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ZINGARA

Sul mio cammino un giorno t’ho incontrata,
Zingarella dall’occhio birichino,
e con voce implorante, un po’ turbata,
mi chiedesti di leggermi il destino.
Io rifiutai, ma ti guardai nel viso
e mi sentii tremare nel petto il core,
tant’era dolce e bello il tuo sorriso,
tanto raggiava d’umiltà e candore.
Commosso, nella tua manina tesa
qualche spicciolo allor lasciai cader.
Mi ringraziasti, forse un po’ sorpresa,
poi te n’ andasti, sola, sul sentier.
Tra le siepi di zagara e mortella
sparisti nella luce del mattino,
né più ti vidi, o bruna zingarella,
che t'offristi di leggermi il destino.
Ora ti penso, e ti ricerco invano,
perch’eri tanto bella e tanto pia,
ma tu non torni più sulla mia via
per prendermi la mano nella mano...

Esca Ringella

Pubblicata su: «La fonte della Cultura» Napoli maggio - giugno 1955.

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PER LA MIA ITALIA

Per la mia Italia la mia giovinezza
io spesi in Africa; spesi la passione
di soldato fedele; la devozione
del mio amore e della mia fermezza.
Io son tornato a rivedere il sole
della mia Patria, la casa, i figli,
ma i prodi sterminati dai perigli,
son rimasti laggiù, elmetto e suole.
Presso la sabbia del deserto immenso
le loro spoglie giacciono ed il cuore,
per la mia Italia, ebben, fa tu o Signore
che per essi il mio palpito sia più intenso.
Fa che l'eterno segno della Croce
ispiri pace agli uomini nel mondo
e renda il sentimento più profondo,
che ognuno ascolti la tua santa voce.
Rendi, o Signore, questa Italia mia
degna del suo passato e della gloria
antica, ch’essa scriva nella storia
il nome suo, o Signore. E così sia!

Esca Ringella

Pubblicata su: «La Fonte della Cultura» - Napoli – aprile 1955

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OGGI, TU VAI SPOSA
(A mia figlia GIANNA, nel giorno delle sue nozze).

Oggi vai sposa, o mia diletta figlia;
l'atteso giorno di felicità
colma di gioia tutta la famiglia.
Candida nei tuoi veli vaporosi,
somigli a un angioletto di bontà,
oggi che - finalmente! - tu ti sposi.
Nella cornice magica dei fiori
che adornano la casa, or qua or là,
battono di lietezza i nostri cuori.
È la tua festa, Gianna! Oggi è quel giorno
che soltanto una volta gioie dà
a te e a quelli che ti stanno intorno.
Nel petto mio ansioso una daizia
di sentimenti scende e mi ridà
il ricordo della prima tua letizia.
Tutte le frasi belle che vorrei
dirti, figliuola mia, le ho chiuse qua:
nel mio cuore, dove pure tu ci sei!
Per te si schiude una futura vita
che incontro alla sua sorte se ne và;
per te sia questa strada ognor fiorita.
T'invia il suo bacio il mio paterno cuore,
figlia diletta; e sia la verità ad ispirarti,
in nome del Signore!
Semina bene, ché raccoglierai
frutti migliori. E allor lieta sarà
la tua esistenza, che sia lunga assai.
Il mio augurio, o mia diletta figlia
è che ti arrida la felicità
nella cristiana e nuova tua famiglia!

Esca Ringella

Pubblicata su: «La Fonte della Cultura» Napoli maggio – giugno 1955.

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NATALIZIA

Buon Natale

Giunga a tutti, col suon delle campane,
un augurio di pace e santo amore,
e spazi per le terre più lontane,
lenisca nei cuori ogni dolore.

S'infrangano dell'odio le catene,
e nel nome adorato di GESÙ
gli uomini si voglian tutti bene
e fratelli si sentono quaggiù.

Andria (Bari), Natale 1959.

firma.

separatore.

NON HO PIU' VOCE PER CANTARE

Non ho. più voce per cantar l'amore
e le bellezze tutte del Creato;
estinta s’è la fonte del mio cuore;
scemato nei polmoni miei s’è il fiato.
Le forze mi abbandonano, ogni giorno;
più nulla, con la mia libertà, so fare;
faranno queste forze mie ritorno?
Potrò, come una volta, ancor cantare?
M'inonda una tristezza senza fine
pensando a tutto quello fatto ieri;
che fare non potrò mai più, infine,
domani, tribolato dai pensieri.
Ma tutto ciò a che serve, se la vita,
con le sue gioie e le speranze ardenti
oggi è per me come fosse finita?
Domani, quando avrò gli occhi miei spenti ?

(ANDRIA)

Esca Ringella

Pubblicata su: «Il Sentimento», Ravenna, marzo 1955.

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FONTE CHIARA
(Al Comm. Prof. MICHELE QUITADAMO, con ammirazione).

Fonte chiara è la “Fonte di Cultura”
diretta da Michele Quitadamo,
ed è una fonte cristallina e pura
a cui ogni figlio accostasi d’Adamo.

È la palestra pia napoletana
alla quale dan valore le canzoni
dei poeti di tutte le regioni
che l’Arte pura esaltano italiana;
la rivista gradita dal sapiente
che da tant’anni è giunto alla sua meta,
ma che ospita pure gentilmente,
purché degno di lei, l’umil poeta.

Esca Ringella

Pubblicata su: « La Fonte della Cultura» Napoli, aprile 1955.

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O SIGNOR

"O Signor, che del Cielo nel profondo
domini sugli uomini, in un mondo
che nell’orror della violenza guazza,
salva l'Italia mia diletta e bella
da questa Società perversa e pazza
che travolger la vuol nella procella!"

e. s.

Pubblicata su: «IL PUNGOLO verde» Anno XXVI N. 8 settembre 1972, pag. 11.

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IL MIO ADDIO

Ho dato il mio addio
a tutte le cose che ho amato,
e son partito verso lidi nuovi,
inesplorati..
Poeta, ho salutato
col pianto in cuore e con il cuore in gola
le cose belle e care,
le cose dolci e amare,
chi mi videro bimbo,
con i capelli al sole, circonfusi
da un dorato nimbo.
Addio, mio Cielo - ho detto -
Addio bel mare azzurro
che la mia Puglia baci,
addio sogni e canzoni
che mi fioriste in cuore
nelle fulgide aurore!
Vi lascio nel Passato
con un triste sorriso,
e corro all'Albe nuove,
all'Avvenire, ignoto,
con novelle speranze
e rinnovato cuore,
con nelle mani un fiore.

Esca Ringella

Pubblicata su: «La Fonte della Cultura» Napoli, ottobre 1955.

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CANTAMI, O DEA!
di Emanuele Scaringella

Dea della Poesia, sbocciami in cuore
una canzone bella come un fiore,
come un fiore che mai possa appassire,
e rispecchi il mio gaudio e il mio soffrire.
Cantami, come nelle età serene,
alla Venere dolce di Cirene
che contemplai con estasi e vaghezza
nei tempi dell'audace giovinezza:
la Venere scolpita in marmo pario,
che conquise il mio cuor di legionario,
e m'ispirò, sopra ogni mesta via,
un Canto e un Inno per la Patria mia.
Cantami, o Dea, che del mio cuor sei Musa,
la poesia gentil di Marsa. Susa;
fammi sentire il Canto del Muezzino
che giungea, dalla Moschea al mio fortino,
quando scrivevo un libro immenso e vario
col sangue del mio cuor di legionario.
Come nel Tempio del Dio Apollo un dì,
rendimi, o Dea, il bene di Acadì...
Aradì, dolce Venere africana
che del mio cuore a lungo fu sovrana!...
E fa’, Dea, che di queste Muse il grido
come un saluto giunga a Lei, dal lido
della mia Puglia, là dal mare immenso,
e le dica che ancor sempre la penso,
tal, quando non è più l'età d'amore,
si pensa e si ricorda il primo fiore.

Esca Ringella

Pubblicata su: «OMNIA» Roma dicembre 1955.

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BENEDETTI, FIGLI MIEI!
A mio figlio Tommaso, ed alla sua cara Amelia Amadio, con cuore di padre e di poeta.

Oggi ti sposi, Tommaso mio,
oggi tu pure ti formi un nido.
Che su te sempre vigili IDDIO,
sulla tua sposa dal cuore fido!
Nel gaudio uniti, nella sventura,
passar dovete tutta la vita,
ma se la vita semplice e pura
trascorrerete, sarà gradita!
Nel' dolce accordo d'una canzone,
che m'è sbocciata per voi dal cuore,
vi dò quest'oggi, con vivo amore,
la mia paterna benedizione!
Siate felici! Per voi cent’anni
trascorran lieti, fra rose e gigli,
lungi, dai duoli, fuor dai malanni,
tra una corona di biondi figli.
Fedel serbate, col cuor, la mente;
l’uno per l’altro vivete insieme,
mentr'io coltivo nel cuor la speme
di riabbracciarvi paternamente!
E tu, Tommaso, che vai lontano,
pur nell'amore, pensa al papà,
pensa alla -mamma che piange piano
per il figliolo che se ne va!
Di cuor vogliatevi per sempre bene!
Per voi trascorra tutta la vita
fra mille gioie pure e serene,
come quest'oggi lieta e fiorita!

Esca Ringella

Pubblicata su: «La Fonte della Cultura» - Napoli – luglio 1955.

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ADDIO, CARISSIMO DIRETTORE!...
(Al caro Direttore de “L’IDEA di ANDRIA”
Comm. Prof. ELIGIO MORGIGNI,
ricordandolo sempre).

Addio, diletto e caro direttore
S’è chiusa la Tua nobile esistenza!
Schiantata da un terribile dolore
ho l’anima, per la Tua triste assenza.

T’ha incenerito un male traditore
con fosca e inarrestabile violenza:
ma un angelo, mandato dal Signore,
T’ha rilevato, la tua pia presenza.

Il Tuo ricordo in cuore si scolpisce
come epicedio in lapide: e scalpello
è il pianto che m’inonda e mi scalfisce.

Or che di vita spezzasi l’anello,
ti segue il mio ricordo che sfiorisce,
nel freddo cuore del Tuo freddo avello.

Addio, diletto e Caro Direttore!...

Andria 29 maggio 1955.

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», (Anno XIX, omaggio, Numero unico,
Andria 20 giugno 1955). “In memoria del Prof. Comm. Eligio Morgigni”.

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POVERO FIORE MIO

Dal dolce sole invaso
o dal vento fatale
stavi sul davanzale
entro il tuo piccolo vaso.
Come un bambino, muto
e attento io ebbi cura
di te: con la premura
d’un Padre t'ho cresciuto.
Giorno per giorno accanto
a te, piccolo fiore,
men tristi furon l'ore
che a volte assale il pianto.
L'aria io teco amai,
il sole ed il creato,
il ciel, la terra e il prato
e il puro amor sognai.
Prima che andassi a letto
un bacio ti mandavo
e piano ti parlavo
con fervido diletto.
Aimè!, una notte, lieve
cadde dal grigio cielo
col vento e con il gelo
la silenziosa neve.
Il fiore al quale unito
ero da un sogno amato
aveva reclinato
lo stel: s'era appassito!..

EMANUELE SCARINGELLA

(Esca Ringella)

Pubblicata su: «IL PUNGOLO verde»- Campobasso – maggio 1956.

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NON CONOSCO IL TUO VOLTO
Alla mia nipotina Antonella

O piccola, cara Antonella,
o figlia del mio primo figlio,
di certo tu sei fresca e bella
al pari d'un giglio.

Ancor non ti ho vista, né so
se un giorno; amoroso nonnino,
baciarti con foga potrò
sul roseo visino.

Tu sei dell'Aprile il bel fiore
che olezza al tramonto mio breve,
la luce tu sei del mio cuore,
che palpita lieve.

Oh, certo, se avverso il Destino
vorrà ch'io ti veda giammai
Tu ognor pel poeta nonnino
un palpito avrai!

Davanti alla fotografia
che feci pel babbo e per te
dirai forse un'Ave Maria,
un Requiem per me…
Ed io, fra le stelle lucenti,
stellina sperduta, ti udrò,
e un bacio, sull'ali dei venti
a darti verrò.

ANDRIA (Bari), Aprile 1956

Esca Ringella

Pubblicata su: «La Fonte della Cultura» Napoli maggio – giugno 1956.

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CIECO DI GUERRA

Dimmi, povero cieco, che donasti

la luce dei tuoi occhi alla diletta
Italia nostra, vinta e non negletta,
che pien d'orgoglio ti sacrificasti.

Dimmi che fiero sei d'avere dato

il meglio della vita tua a colei
che sopra tutto si ama, e che tu sei
raggio di sole d'un mondo oscurato.

Dimmi che dalla fonda tua perenne

oscurità, ravvisi la più bella
del cielo e del creato eterna stella:
l'Italia a cui gli Eroi dan le penne.

Dimmi che la tua luce è in te rimasta:

luce di fede e luce pur di Dio.
Pur gli occhi miei li avrei dati anch'io
per la mia Patria, a cui nessuno basta.

Dimmi che il sacrificio tuo ti ammalia;

che ti consola il coraggioso cuore;
che sempre vedi il nostro TRICOLORE
ed i confini della bella ITALIA!

Esca Ringella

Pubblicata su: «IL DIBATTITO» - Andria 8 aprile 1956

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PASQUA IN FIORE
(Dedico a mio figlio Tommaso con Amelia e la piccola Antonella)

Io ti saluto, lieta Pasqua in fiore,

col verso mio che vibra d'esultanza.
Sento tremar nel cuore la speranza
or che risorge e al ciel sale il Signore!

Il fremere novello della vita.

che avverto nei tuo pio e dolce avvento,
mi risolleva, come fosse un vento
di gioia. Anche per me è la rifiorita.

Pasqua! D'agnelli miti odo il belato

festoso ed infantile; in ogni ovile
suona il concerto argenteo e modulato.

Ogni tuo fiore una promessa dice
all'uomo, che si fa buono e gentile.
O Pasqua in fiore, sono anch'io felice!

Andria (Bari), Pasqua 1957

ESCA RINGELLA

Pubblicata su: «La Fonte della Cultura» maggio 1957

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PEL COMPLEANNO DI ANTONELLA
(Alla mia nipotina con affetto)

Antonella, mia dolce nipotina,
fra: poco i tuoi (5 o 6 o 7) anni compirai
e certo in quel bel giorno penserai
al nonno che varcò la quarantina.

Fossi d'accanto a te, piccola mia,
sulla fronte gentil ti, bacerei;
purtroppo, invece sol gli auguri miei
porgerti posso, in forma di poesia.

Gradiscili, così, con il mio cuore.
che palpita per te d'immenso affetto:
Il mio povero cuore di nonnetto
che ti manda… per posta un bacio e un fiore.

Ricordami alla mamma ed al papà,
Antonella, e con lor fammi il piacere
di scrivermi due righe, onde sapere
io possa come state, e come va.
Ciao, Antonella mia Felicità.

Esca Ringella

Pubblicata su: « La Fonte della Cultura» Napoli febbraio 1957.

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TREGUA

Come inconscia trapassa onda di fiume
indifferente a quanto corre in mezzo,
mentre i capelli tuoi lento accarezzo
e m’oblio de’ tuoi sguardi al caro lume.

Fugge la vita. Non un sol volume
di maestro e d’autor ch’amo ed apprezzo,
curo di meditar quale era avvezzo
un tempo il mio pensier, cui l’arte e nume.

Taccion le strofe de l’usato canto;
ed amoroso un’armonia di baci
cerca la tua bocca il labbro mio.

Ma verrà il dì che non t’avrò d’accanto:
e allor, queste piangendo ore fugaci,
ritornerò ne la battaglia anch’io.

Andria (Bari)

E. SCARINGELLA

Pubblicata su: «LA VALSESIA» Varallo – Vercelli, febbraio 1958.

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VI HO NEL CUORE
(Ai miei cari figli)

Vi ho tutti nel cuore, o cari, o tanti
miei figli, a cominciare a Tommaso
a Gianna ed a Giuseppe; da Maria
a Leonardo, a Salvatora, a Dina,
a Vincenzo e alla più piccola, Mylena.
Per voi io vivo; ed il mio grande affetto
veglia sui vostri cuori; segue, in ansia,
i vostri passi sul cammino triste;
duro e difficile
di questa umana Vita.
Quando non sarò più su questa terra,
affinché la tristezza non incomba
sopra di voi, vi prego
di non badare mai a quel che ho scritto;
anzi vi esorto,
tutti a dimenticar quel che son stato.
Solo così O cari figli miei
che tanto amo,
meno malinconico
sarà per voi, su questa terra,
senza di me, il restare…

Andria (Bari).

Esca Ringella

Pubblicata su: «LA VALSESIA» Varallo – Vercelli – Aprile 1958.

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OMAGGIO
A Liana De Luca, con vero affetto fraterno.

Lettori miei, lettrici mie gentili,
qui vi presento la scrittrice eletta
ch'è Liana De Luca. Tutti i fili
delle sue trame il sentimento dètta.
Piccolo cuore buono ed incantato
della natura e di tutti i suoi fiori;
sguardo di bimba chiaro e colorato,
sereno come il cielo e i suoi splendori.
Ansia di vita immensa in ogni moto
in cui si esprime, e un canto ne deriva
che un po' sa di recente e di remoto
nella sua limpidezza sempre viva.
Aspetto puro, dolce e filiale,
slancio, vivezza e incanto del suo fiore
di giovinezza, ed il suo spirto è tale
quale il gioioso suo piccolo cuore.
Calda la sua parola persuasiva;
ogni suo accento ha un poco d'infinito.
Medusa affascinante e sensitiva:
l’occhio rivela il suo ideale ardito!

(Andria)

ESCA RINGELLA

Pubblicata su: «Il Sentimento», nr. 5, maggio 1958.

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L’HO CHIAMATA DINA

Oggi m’è nata una bella bambina,

Una bimba che sembra un Angioletto.
È il fiore più gentile del mio affetto
e l’ho chiamata Dina.

Essa riempie la mia vita già,

piccolina com’è, ed ansioso aspetto
il giorno in cui per mio più gran diletto
la udrò chiamar: Papà!

Esca Ringella

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SETTEMBRE

È qui settembre, mese di vendemmia.
Le foresette cantano fra i tralci
mentre per le valle risuona il sistro
del pastor che ritorna al bassopiano.

Qualche foglia dai platani si stacca,
ed è men caldo il sol. Presso il sagrato
giocano i bimbi, e già prospettan
l'ora di far ritorno ai libri ed alla scuola.

È qui settembre, e dice al cuore umano:
- Cadon le foglie, e prossimo è l'autunno.

Andria (BA), 23 sett. 1973.

Esca Ringella

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LEGGIADRO FIORE
(A Liana De Luca, con cuore fraterno).

O Liana De Luca, tu al poeta
apparso sei come un leggiadro fiore
eretto al sole in tutto il suo splendore
nella serenità dell'aura cheta.
Il tuo limpido sguardo, conquistato
dalla natura esuberante e bella,
pel mio cuore sognante, ecco, ha brillato
come brilla nel ciel, viva, una stella.
Il sentimento d'amicizia eterno
dal nostro affetto è nato, e non morrà:
nei deserti silenzi ti discerno
e mi parli di fede e di bontà.
La tua parola calda e persuasiva
ha in ogni accento un suono inusitato,
umile, puro, buono; o comprensiva,
tu somigli a una mammola di prato.
Tu della cara Bergamo sei la stella,
la Fatadolce che sorride ai cuori
per me la Musa sei, modesta e bella,
che cantici m'ispira, e lieti cori.

(Andria)

ESCA RINGELLA

Pubblicata su: «Il Sentimento» - Ravenna, novembre – dicembre 1958.

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NOTTE SANTA
(Omaggio a mio figlio Tommy, Amelia e mia nipotina Antonella).

Notte Santa di Natale,
tutta pace e tutta stelle,
quante cose ignote e belle
fai sognare!

Il Presepe coi pastori,
con il bove e l'asinello,
e Gesù, bambolo bello
che sorride.

Tu all'infanzia spensierata
nel ricordo ci trasporti,
ma più doni non ci porti
né illusioni.

Notte Santa, notte queta,
quante cose belle e vane
con il suon delle campane
fai sognare!

Ma, col sogno, in ogni cuore,
v'è una torbida amarezza:
langue il povero in tristezza,
senza pane...

Sopra il vecchio campanile,
tutto bianco per la neve,
l’augellin pigola lieve,
piano piano...

Ed il vecchio, che alla tomba
col bastone s'incammina,
nel tuo sen, notte divina,
prega e piange...

ANDRIA (Bari), Natale 1958.

Esca Ringella

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MAMMA !

Mamma: l'affetto immenso che mi lega
al tuo cuore non ha nome. È un canto
dentro di me che dolcemente prega
e che talvolta si trasforma in pianto…

Mamma, il ricordo tuo quanto mi è caro,
quanta al mio cuore infonde tenerezza;
esso cancella ogni ricordo amaro
e della vita spiana ogni sua sprezza.

Mamma: l’amore tuo non si cancella
ed ha la consistenza della pietra
nessuna donna come te è bella.

Mamma, non sento più il mio cor soffrire
quando ti penso. Oh, la mia vita è tetra!
Per rivederti anch'io vorrei morire!

Andria maggio 1954

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVIII, Nr. 4, - maggio. 1954.

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AMORE MIO
(A mia moglie - Canzone da musicare)

Dal dì lontano che ci siam sposati
si sposò pur la gioia col dolore,
eppure sempre noi ci siamo amati,
come nel primo giorno dell'Amore!
Con le tue pure, lievi e dolci mani,
candide come petali di gigli,
mi conducesti ognor verso il Domani,
Angelo di bontà, coi nostri figli!

Ritornello:

Ora il tempo è passato...
È svanito l'April!
Il dolore ha scavato
il tuo volto gentil.
Ma fra tutte gradita
tu sei sempre al mio cuor,
Antonietta, mia vita,
primo ed ultimo amor!

Comprensiva e gentil, serena e buona,
fosti la luce pia del focolare:
i nostri figli fecero corona
all'umil nostra vita famigliare...
Adesso, come fanno gli usignoli,
hanno lasciato il nido... e son fuggiti...
Noi siam rimasti, come un giorno, soli...
ma come un giorno ancor restiamo uniti!

Ritornello:

È trascorsa la vita,
è svanito l'April!
Ogni cosa è sfiorita
col tuo volto gentil!
Ma fra tutte gradita
sarai sempre al mio cuor,
Antonietta, mia vita,
primo ed ultimo Amor!

(Andria)

ESCA RINGELLA

Pubblicata su: «IL SENTIMENTO» Ravenna Agosto 1958

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ANDRIA FIDELIS

T’amo, Andria d’amor, che tu la bella
Culla sei de’ miei sogni alti ed umili.
La terra de’ miei Avi onesti, quella
Che a la gran Patria mai die’ dei Vili.

Andria – Bari 1946

MANUEL SCARINGELLA DE LA CICOGNA

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GEMELLI

La giovine madre, da poco sposata, ha avuto due figli
che s'assomigliano come, a maggio, in un prato, due gigli.

Per l'uno ella ha pronto un bacino, per l'altro un sorriso,
e gusta, tra essi, qui in terra, l'anticipo del Paradiso.

Li allatta, li fascia, li culla, e queta il lor pianto
con limpida voce, innalzando, dolcissimo, un canto.

Non l'un predilige, ma entrambi lei ama d'un unico amore;
entrambi li innalza nel sole, e prega per essi il Signore.

Andria (Bari)

ESCA RINGELLA.

Pubblicata su: «LA VALSESIA» Varallo – Vercelli ottobre 1958

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ADDIO, VECCHIO ANNO

Il vecchio Anno, con la sua bisaccia
carica di dolori, e il cor deserto,
muove lungo il sentiero ricoperto
di neve, egli ha una pena scritta in faccia.

Ecco: un vivace e roseo ragazzino
spuntare dalle siepi, sorridendo,
recante in mano i fili del destino.

Il suo visino è tondo come un uovo
e a noi speranze viene promettendo.
Consola, ci rallegra: è l’Anno Nuovo!

Andria, Capodanno 1956

Esca Ringella

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Ecco una canzone da musicare

ALL'AFRICA LONTANA

Son vent’anni e più che t'ho lasciata,
ma ti ricordo, o Africa lontana;
ripenso al tuo deserto ed al tuo cielo,
rivedo l’Amba Alagi e il Lago Tana…

e ammiro, belle, in te,
Adua con Macallè.

Son vent’anni e più che li ho lasciati,
i negri dai capelli crespi e folti,
ma li rivedo ancor, coi negrettini
dai musi sporchi in bianchi cenci avvolti.

Vedo le negre audaci
dalle bocche procaci.

Il deserto risplende sotto il sole,
ed io rivedo in lui le carovane
dei cammelli gibbosi, e i cammellieri
che verso mete avanzano lontane…

Rivedo all'orizzonte
un’oasi e una fonte...

Immerso nella splendida visione,
col cuor inebriato di poesia,
compongono la canzone del Rimpianto,
perchè ho lasciato in te la vita mia,

la bella Gioventù
che non ritorna più!...

Andria (Bari)

Esca Ringella

Pubblicata su: «IL PUNGOLO verde» Campobasso, gennaio 1958.

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QUANTO SEI CARA!
Con tutta l’anima dedico questi miei versi alla mia nipotina PATRIZIA.

Quanto sei cara, piccola Patrizia,
al mio cuor di nonnino!
Nei pochi giorni che ti fui vicino
fosti la mia letizia.

Con tenerezza t'ho baciata
sul musetto ridente;
con affetto profondo t'ho cullata
sul mio cuore fremente.

Or sei lontana; m'han chiamato altrove
le cure della vita,
ma rivedo il tuo viso in ogni dove
con mestizia infinita.

Tu sei il cuor del mio cuor, l'amore mio,
l'ultima, dolce fiamma
che mi consola: ti protegga Iddio,
e ti difenda mamma!

Se mai più ti vedrò sul mio sentiero,
ricordati di me!
Vieni a trovarmi un giorno al cimitero:
io pregherò per te!

Andria (Bari), nov. 1959.

Esca Ringella

Pubblicata su: «La Navicella» Roma Anno II, nr. 12, dicembre 1959.

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IL CAROSELLO DEI MESI
(Omaggio alla mia cara nipotina ANTONELLA, con vero affetto)

Avvolto in grigio saio,
ecco, torna Gennaio.
Poi, carico di neve,
ecco Febbraio breve.
Marzo col vento arriva
e la rondin giuliva;
l'April rose ci dona
mentre la Pasqua suona.
Splende del sole il raggio
più luminoso a Maggio,
e, con la falce in pugno,
torna, cantando, Giugno.
Nei suoi meriggi
afosi Luglio invita ai riposi;
Agosto invece ai monti invita,
o in riva ai fonti.
Settembre l'uva dona,
Ottobre ha una corona
di dalie e crisantemi
per adornar gli eremi
dei Morti, nel Novembre,
fa il presepe Dicembre.

Andria (Bari)

ESCA RINGELLA

Pubblicata su: «IL SENTIMENTO» - Ravenna – gennaio 1959.

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CIMITERI DI GUERRA

Verdi oasi di pace, sparsi in tutte
le strade della terra,
voi accogliete i militi fedeli
morti in un'aspra guerra.
Fanti, genieri, alpin, tutti riunite
entro la vostra cerchia
(ma molte fosse, nel deserto sparse,
lo. sciacallo scoperchia)!
In voi, pregando con tremante voce,
ed in ogni favella,
entra una madre od una sposa in pianto,
un figlio o una sorella.
Tutti hanno il cuore nel recinto mesto
che i valorosi aduna,
caduti per l'italica grandezza,
e per la sua fortuna.
E tutti — fidanzate, amici, padri,
mamme, sorelle e spose —
ai piè dei bruni tumuli reclinano
le fronti sospirose.
E un cero ai piè vi accendono, ed un fiore
posan sotto la croce...
E immobili ristanno, ad ascoltare,
dei Caduti, la Voce:
«Voi, che tanto ci amaste, dite al mondo
che arde ancor d'odio edace,
che la Vittoria vera si conquista
con l'Amore e la Pace»!
Son tanti, tanti, i cimiteri sparsi qua e là dall'Oceano,
e chi, stranier, sosta, pregando, in uno,
pensa a un altro lontano
in cui forse, in sua vece, un'alma pia
su una fossa ignorata,
sosta a sua volta, col pensier rivolto
a una spoglia adorata.
Io pure torno, con il cuor, fra Voi,
compagni Legionari,
che riposate in Africa Orientale,
lungi. dai vostri cari,
a Macallè, Dessiè, Adua, Axum,
giù, fino al Nuovo — Fiore,
conquistato col sangue, ove cadeste
issando il Tricolore!

Andria

Esca Ringella

Pubblicata su: «IL PUNGOLO verde» Campobasso, novembre 1966.

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CARNEVALE

È Carnevale, ed ogni scherzo vale!
un detto afferma, antico e divertente;
e lo schiamazzo turbinante assale
la smemorata e scanzonata gente.
Le maschere si posano sui volti
che acquistano un affascinante incanto,
sì che, meravigliato, ognora ascolti
il riso gorgheggiare, beato alquanto.
Son giorni di follia per ciascheduno,
in cui la vita si dimena e impazza
col Carnevale, tal ché tu più d’uno
vedi, per strada, folleggiare intorno.
Par che l’umanità tutt’una razza
di buontemponi sia, in codesto giorno!

Andria (Bari), Carnevale 1955

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XIX, Nr.2, Andria Febbraio 1955
Pubblicata su: «IL PUNGOLO verde» Campobasso, Marzo 1967.

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VERSI DA MUSICARE

Testo originale, orecchiabilissimo, denso di emozione e che si presta ad una ottima composizione musicale all'italiana. Esca Ringella, che abita ad Andria (Bari), Piazza A. Murri, n. 13/5, e un poeta delicato e semplice e scrive come il cuore gli detta. Testimonianza questa bella canzone, che, se ben musicata, avrà senz'altro successo. Ed ecco il testo che sottoponiamo a qualche ottimo Maestro, nostro lettore:

COME LE FOGLIE

Dove sei, dove sei, che cosa fai,
piccolo fior che con passione amai,
e che in un dì lontano,
nel deserto africano,
il vento mi rapì,
come nell’uragano
strappa le foglie a cento,
nel pianto e nel tormento
lasciandomi così.

Rit.:

Dove sei, dove sei?
Perché non torni?

Perché non scrivi più?
Non ti ricordi i giorni
della nostra felice gioventù?
Non far come le foglie,
che se ne vanno e non ritornan più!
Non ha calore il sole
se non ritorni tu!

II

Torna al mio cuor che spera,
come tornan le foglie a rinverdir,
quando la Primavera
i prati fa fiorir!
Non mi lasciar più solo!
Abbi pietà di me!
Torna fra le mie braccia!
Fammi morir d'amore in braccio a te!

Andria (Bari)

Esca Ringella

(Tratto dal: Mensile Internazionale di Pensiero e di Critica –
«IL PUNGOLO verde» (The green goad)
Periodico della Columbian di lettere scienze ed arti per gli scambi
culturali italo – euro – americani). Anno XX N. 12 dicembre 1966, pag. 15.

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PER VINCENZO PIZZOLORUSSO

Enzo, proprio quando sorrideva il fiore
degli anni tuoi, trafitto dalla Sorte,
cadde spezzato il tuo giovane cuore
e giacque nel gran gelo della Morte.

Ora della Tua mamma il cuore affranto
avverte il vuoto e si abbandona al pianto,
per il quale, in Lei, sempre Tu vivrai.

Andria, luglio 1968.

Esca Ringella

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BABBO TI CANTA
(A mio figlio Enzo).

Babbo ti canta che sei tanto caro,
che negli occhioni tuoi ravviva il cielo;
t'ammira come un fiore in sullo stelo
sbocciato al caldo sol, fresco e preclaro.

Mai di banarti egli si sento avaro,
Enzo bel e caro, e tiene in cuor l'anelo
di vivere per te, lenendo il gelo
del tempo accosto al giovin cuor tuo ignaro.

E tu? che gli darai per ricompensa
di tanto affetto? Oh si, tutto il tuo cuore,
tutto l’ardor del tuo fiorente aprile!

Così pure colei che ognor ti pensa,
amerai, con la mamma, in tutte l'ore:
la tua Mylena sì cara e gentile.

ANDRIA (BA).

Esca Ringella

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LA POESIA DEL MESE

NON PORTATE L'INFERNO IN TERRA SANTA
«Al Popolo di terra Santa, con Fede, dedico».

Genti; che avete perso
il ben dell'intelletto,
e che sangue spargete
dove Cristo è passato,
dove Cristo ha levato,
a benedir, la mano.
Uomini, che scordate
per ambizione, o sete
di stolido guadagno
il messaggio cristiano,
deh, cessate, cessate
la strage iniqua e atroce!
Non rizzate di nuovo
tra le palme stormenti,
nuda e triste, la croce!
Se in voi più non c'è fede,
rispettate la terra
che la Fede fiorì,
che il martirio ha redento.
Novelli Farisei,
non profanate il Tempio.
Non bagnate di sangue
le foglie degli ulivi,
che inargentano i clivi
del suolo dell'Amore.
Non lasciate cadere
dove nacque la Vita
la bomba della Morte,
o triste, triste assai
sarà per voi la sorte.

Andria (BA)

ESCA RINGELLA

Pubblicata su: «IL PUNGOLO verde» Campobasso Anno XXI nr. 8 settembre 1967.

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PASQUA, PACE NEL MONDO!
Al Santo Padre con devota Fede

Pasqua: pace nel mondo. Pace a tutti
i popoli distrutti
dai trascorsi furori della guerra.
Pace a tutta la terra.
Pace alle Nazioni democratiche
il cui obbiettivo salutare e immenso
è il benessere intenso
delle forze del bene
legate dalla pura verità!
Allontani la Pasqua,
la Resurrezione,
la distruzione
dal mondo minacciata dalle armi
potenti del progresso: in alto i carmi
a vincere la forza distruttiva
del rosso dittatore.
Sia ogni cuore
fratello a ogni altro cuore.
Il vero sentimento della Pace
Alberghi in tutti:
i popoli sani e popoli distrutti,
e non ci sia mai più carneficina,
e non ci sia mai più falsa dottrina
veicolo, fece
di lutti e discordia.
Ritorni la concordia
nel mondo, e la giustizia
getti il seme fecondo
in ogni solco umano.
Non sia il mio grido invano:
che in italiana veste
ritorni al Vietnam la Pace!
Pasqua! Pace nel mondo!

Andria (Bari)

Esca Ringella

La poesia pubblicata in questa colonna «Pasqua, Pace nel mondo», del
poeta
Esca Ringella,
residente in Andria (Bari), in Piazza Augusto Murri,
13/5,
fu inviata al Santo Padre Paolo VI, ed ha ricevuta la seguente
comunicazione:

«La Segreteria di Stato di Sua Santità compie il venerato incarico di
significare che l’Augusto Pontefice ha ricevuto le espressioni di filiale
omaggio e che con animo riconoscente imparte l'implorata Benedizione
Apostolica».

Tratto da: «IL PUNGOLO verde» Nr. 4 Aprile 1967.

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O GESÙ
Per SANTA TODESCHI,augurando fraternamente che stia bene.

Di spina una corona,

dolente Redentore,
infondi in ogni cuore
un pianto senza fin.

Furon malvagi gli uomini

con Te e li perdonasti;
Ahimè! Tu non trovasti
pietà, o mio Signor!

Andria (Bari) dic. 1947

Emanuele Scaringella

Con approvazione ecclesiastica.

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FRATELLO INDIANO

Fratello indiano,
che vivi in solitudine,
la povertà infinita mi ricordi
del Cristo crocifisso.
Tu al bando sempre sei
d'ogni misericordia.
Hai sete,
ti porgono fiele,
hai fame,
ti scagliano pietre.
Ferito nel costato
dai dardi del dileggio
dall'indifferenza,
sei il simbolo vivo del dolore
della tua razza.
Sei la radice eterna
della tua terra sterile,
l'Ebreo che chiede, errando,
l'obolo al creso.
Hai i piedi confitti nella terra
coi chiodi della croce;
vivi la tua notte di martirio
in attesa dell'Alba
della Resurrezione.
Fratello indiano,
ecco, io t'offro il primo
raggio di sole:
una crosta che vale
tutto il mio cuore,
sale del mio sudore,
afrore vivo
della mia terra giovane.
Non ho di più: perdona.

Andria (BA)

ESCA RINGELLA

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«Fratello Indiano»,

poesia vincitrice del 2° premio — Distintivo d'Oro degl'Immortali «Accademia Internazionale Amici della Sapienza» - Messina —, qualifica di «Principe della Sapienza» (è la dignità accademica che viene subito dopo quella d'Immortale), con incisione e Diploma d'Onore con classifica.

«GL'IMMORTALI D'ITALIA
ACCADEMIA INTERNAZIONALE AMICI DELLA SAPIENZA»
MESSINA

Motivazione con cui si assegna al poeta Emanuele Scaringella il Secondo Premio:

«Emanuele Scaringella si presenta con una poesia fatta di cose. Egli tiene gli occhi aperti sul mondo e ne coglie gli spunti più degni di essere trattati in versi: così, essendo attento alle situazioni e alle vicende contemporanee, egli è stato toccato ed ispirato dal grande problema della fame che attenaglia l'India.

Da questa considerazione alla decisione di indirizzare una lirica al fratello indiano, il passo è stato breve.

«Fratello Indiano» s'intitola, appunto, la lirica che la Commissione giudicatrice ha ritenuto meritevole del secondo premio.

Lo stile dello Scaringella è plastico, vivo; non scade in oscurità né aberrazioni, nonostante il versiliberismo da lui preferito.

La lirica «Fratello Indiano» ritrae, come un quadro, tanta parte dell'umanità dolorante, è una denuncia contro l'egoismo, un richiamo alla responsabilità...» Così deciso dalla Commissione.

F.to: Il Rettore
Avv. poeta Nunzio Giordano Bruno

La stessa poesia «Fratello Indiano», da Esca Ringella, è stata inviata all'Augusto Pontefice Paolo VI dove è stata premiata con una originale fotografia di — Paulus P. P. VI — accompagnata da un biglietto augurale dalla Segreteria di Stato di Sua Santità.

(Tratto dal: - Mensile Internazionale di Pensiero e di Critica -
«IL PUNGOLO verde» (The green goad)
Periodico della Columbian di lettere scienze ed arti per gli scambi culturali
italo – euro – americani). Anno XXI N. 10 novembre – dicembre 1967,
pag.6
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PARLA UN POVERO NEGRO

Hanno fatto una guerra
per rendermi libero;
ora la vogliono fare
per rendermi ancora più schiavo.
La questione razziale
è all'ordine del giorno,
ma se c'è chi difende i miei diritti
per i bianchi è un nemico.
Nelle scuole, i miei figli
stan sui banchi a sinistra,
come i reprobi.
Gli altri sono gli eletti,
e stanno a destra.
E crescono così,
poveri e nudi,
fra cento umiliazioni,
in attesa dei giorni
in cui dovran patire
mille persecuzioni.
Mia madre, la mia donna,
sono solo strumenti di piacere
pei ricchi e pei potenti,
che le copron di fango,
mentre veston le loro
di monili e di gemme.
Ma io devo tacere.
Se parlo, sono un cane,
e, come un cane, devo accontentarmi
di stare alla catena.
Se minaccio, è la fine,
perché sono il violento
che vuole sovvertire
il consorzio civile.
Eppure, non è vero:
io sono tutto amore,
ed auspico per tutti
solo un mondo migliore,
un'alba tutta luce,
in cui il Bianco e il Negro
si stringan forte al cuore,
nel nome di quel Dio
che è morto sulla Croce
per redimere tutti.
Ma spunterà, quell'Alba?
Io, povero negro,
non so, ma prego e spero.

ESCA RINGELLA

ESCA RINGELLA - Via Augusto Tamburini, 2/5 - 70031 - Andria (Bari)

Il vero nome è Emanuele Scaringella, nato ad Andria (Bari), ove
attualmente risiede. È Segretario Redazionale de «Il Pungolo verde».
Iscritto a varie Accademie in qualità di Socio Benemerito. Accademico della
Columbian Academy di St. Louis, Missouri (USA). Ha partecipato a vari
Concorsi poetici piazzandosi sempre a buon posto. Al Concorso poetico
«Città di Campobasso», gli è stato conferito il Diploma e Medaglia di
Bronzo, piazzandosi al quarto posto sui 487 partecipanti per la poesia
«Inglesina». Al Concorso di poesia in memoria di Giorgio Croce, bandito
dal Cenacolo Internazionale «Cesare Pavese» di Roma, è stato nominato
vincitore del 3° Premio ex aequo di grande Medaglia di Bronzo con
Diploma di Pergamena. Al I Concorso Internazionale dell'Accademia a
«Gl'Immortali d'Italia» di Messina, gli è stato conferito il Diploma di
qualifica «Principe della Sapienza» con Distintivo di oro, per la poesia
«Fratello indiano». Ultimamente al I Concorso Nazionale per il «Premio
della Bontà Caterina Sbarra», patrocinato dalla rivista «La Navicella» di
Roma, diretta dalla Cav. Uff. Adelina Mariotti, gli è stato conferito il
Diploma di Distinzione e il Volume «Cultura Tecnica dell'Arte Sartoriale»
di A. Mariotti, per la poesia «Per la pace nel mondo».

Tratto dal libro «115 POETI» “III Premio di Poesia Città di Campobasso”.
Liriche dei partecipanti al Concorso indetto del Pungolo Verde e dalla
Columbian (USA)”.
Edizioni Pungolo Verde – Campobasso 1968 Anno XXII
pagg. 30 – 31.

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AL MIO PAESELLO
A te, mia bella Andria dedico questi miei versi

Lontano andrò dal caro paesello,
e in lontananza resterò dolente;
perché d'Andria Fedel, mio nido bello,
non più vedrò la luce Tua ridente.

Nell'onda azzurra dell'immenso mare,
laggiù, nella sabbiosa quarta sponda,
il Tuo ricordo mi farà penare
sciogliendo il canto ad una musa bionda.

Alle nubi che sono su nel Cielo
dirò: - rompete del mistero il velo!...
A piovere su Andria presto ne andate
e dite: “Son le lacrime del Vate”.

Andria, giugno 1947

Esca Ringella

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PRIMAVERA ANDRIESE
(Ad A. Di Pasquale con cuore di poeta)

Nella luce che filtra dai dorati
cirri, i fiori dei mandorli, dischiusi
come ciglia di putti angelicati,
sembran fiocchi di neve al vento effusi.
Presso un rustico antico, entro i suoi chiusi
limiti, la novella erba dei prati
bruca un ciuchino. Sui crinal diffusi,
Castel del Monte veglia sopra i Fati
d'Andria gentile, dalla Murge grigia,
superbo nella forma ottagonale
come un guerriero indomo, che rammenti
dello Svevo secondo l'alterigia
e la possanza. Questo, Di Pasquale,
il tuo quadro, nei suoi vivi momenti.

Andria

ESCA RINGELLA

Pubblicata su: - Mensile Internazionale di Pensiero e di Critica -
«IL PUNGOLO verde» (The green goad) Periodico della Columbian
di lettere scienze ed arti per gli scambi culturali italo – euro – americani).
Anno XXIV N. 5/6 Maggio – Giugno 1970, pag. 14.

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SIGNORE, HO FAME
(Preghiera di un povero Negro)

Signore, ho fame!
Molti hanno fame, nel mondo,
anche fra i bianchi.
Si muore di fame a Londra,
a Parigi,
in Italia.
Ma noi, poveri negri,
noi moriamo di più,
costantemente.
Per noi, negri, la fame
non rappresenta più
un evento sporadico
o un fatto isolato:
è “consuetudine”.
La terra non ha più
fosse bastanti
per riceverci tutti.
Noi moriamo a migliaia,
e precediamo
i figli denutriti
di giorni o d’ore.
E nessuno si muove
in nostro aiuto!
E nessuno ha pietà!
Siam negri, è detto tutto.
Ma Tu, che ci hai creati
simili a tutti gli altri,
abbi pietà, Signore,
abbi pietà!

Andria (BA)

Esca Ringella

EMANUELE SCARINGELLA (Esca Ringella)
- Via Augusto Tamburi­ni, 2/5 - Andria (Bari)

Il vero nome è Emanuele Scaringella, nato ad Andria (Bari), ove attualmente risiede. È Segretario Redazionale de «Il Pungolo Verde». Iscritto a varie Accademie in qualità di Socio Benemerito. Accademico della Columbian Academy. Ha partecipato ai vari Concorsi poetici piazzandosi sempre a buon posto. Al Concorso poetico «Città di Campobasso», gli è stato conferito il Diploma e Medaglia di Bronzo, al Concorso di poesia in memoria di Giorgio Croce, di Roma, è stato nominato vincitore del III Premio. Al I Concorso Internazionale della Accademia «Gl'Immortali d'Italia» di Messina, gli è stato conferito il Diploma di qualifica «Principe della Sapienza» con Distintivo d'oro.

Tratto dal libro «Guido MASSARELLI Presenta i 150 Poeti
del 5° Premio di Poesia Città di Campobasso».
Edizioni Il Pungolo Verde – Campobasso 1970 pag. 28.

P.S. (1) Poesia premiata il 27 settembre 1970, con premio speciale di Diploma e Medaglia d’Argento dell’Istituto Tecnico Professionale “G. Marconi” di Asmara – Eritrea (Ethyopia), al concorso “V° Premio di Poesia Città di Campobasso 1970”.

(2) Premiata in data 20 ottobre 1970 da SUA SANTITÀ PAOLO VI, di Medaglia D’argento con incisione dell’immagine di Sua Santità stessa e la Madonna del Divin Amore.

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CIMITERO DI NETTUNO
(A tutti i Soldati che in esso riposano nella pace dei Giusti).



Pellegrino d'amore,
sono entrato, Nettuno,
nel Tuo gran cimitero.
Lì, sostando in silenzio,
le bianche croci ho visto
che segnano le tombe
dei Soldati, caduti
in quest'ultima guerra.
Americani, tutti,
qui venuti a spazzare
la barbarie nemica.
Tanti gruppi di croci,
cento croci per gruppo.
Un mosaico, da cui
traeva riflessi il sole,
abbagliandomi gli occhi,
appannati di pianto.
E pensavo tra me:
- ECCO QUELLO CHE RESTA
DI TANTA PROROMPENTE
GIOVINEZZA;
ECCO DOV'È CHE APPRODANO
TUTTI I SOGNI DELL'UOMO

Intanto, silenziose,
a frotte, intorno a me,
persone pie passavano,
in candide divise,
come fruscianti Angeli,
sostavano a deporre
presso ogni tomba, un fiore.
Spinto dal loro esempio,
anch'io m'inginocchiai,
e per quei valorosi
venuti da lontano
a morir per l'Italia,
con accento sommesso
per non turbarne il sonno,
un Requiem sussurrai.

ANDRIA (BA).

Esca Ringella

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O MADRE NOSTRA
(A SANTA TODESCHI, AUGURANDOLE CON
CUORE DI POETA LA SUA GUARIGIONE)

O Madre, o dolce Madre della Grazia
divina , splende in Te di Dio l’essenza,
che nel fulgor della magnificenza,
da questa terra all’infinito spazia.

Meravigliosa Madonnina mia
sol Tu consolar puoi l’afflitto core:
perciò affido a Te l’anima mia
e i più azzurri sogni d’amore.

O Madre dei miracoli, Maria
Madre di Dio, divina e benedetta,
Andria, città a Te cara e prediletta,
libera da ogni male così sia!

Andria (Bari) feb. 1948

Emanuele Scaringella

(con Approv. ecclesiastica)

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UNA ROSA ROSSA PER UNA MAMMA NEGRA
(Per la festa della Mamma)

Mamma negra, umile e Santa
più di tutte le mamme bianche
pei dolori che sopporti,
per i figli che son morti
denutriti, tristi e scarni,
mutilati nelle carni:

Mamma negra, a te una rosa
rossa come il fuoco vivo
che da anni ti dilania,
forse già sorella o sposa
d'un Caduto del Biafra,
forse figlia d'un sepolto
nella sabbia, o sotto il Sole
insepolto, immarcescibile,

Mamma negra, a te offerisco.

Triste omaggio, ahimé, e risibile.

Ma che resti, sotto il disco
del radiante e muto Sole
questa rosa color sangue
perchè dica ai bianchi vili
che la Vita non si opprime,
ma rinasce, per chi langue,
per chi lotta e per chi crede,
soffocata, ancor più grande
nella luce della Fede.

Andria (:BA).

Esca Ringella

Pubblicata sul: - Mensile Internazionale di Pensiero e di Critica -
«IL PUNGOLO verde» (The green goad)
Periodico della Columbian di lettere scienze ed arti per gli scambi
culturali italo – euro – americani.
Anno XXV N. 6 giugno 1971, pag. 11.

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AUTUNNO

Torna l'autunno, dai colli fumanti,
cala di nebbia una coltre ovattata:
il pastorello, col gregge belante,
lascia i silenzi dell'erma vallata.

Vizza di già, sulle siepi e le piante,
muor qualche foglia, tra l'altre gelata,
e un po’ con esse sen muoiono, in frante,
le pie speranze d'un'era beata.

Per la campagna, dal vento squassata
vaga sperduto l'ignoto viandante,
cercando invano la meta bramata.

Non più i fanciulli, sull'erma spianata
giocan, né attenda al convegno l'amante…
Ah, la stagion dei fiori è passata!

Andria (BA), 23 sett. 1973.

Esca Ringella

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- PREMIO LETTERARIO NAZIONALE “CARLO GOLDONI” -
CANNAREGIO, 5005 - 30121 VENEZIA

BOIA, CESSA D'UCCIDERE!

Boia, cessa d'uccidere! Già troppo
scorre il sangue nel mondo, e specchian gli occhi
di madri e spose d'ogni razza e d'ogni
color, la Morta nell'effige cara
dei mariti e dei figli. E dove è sangue
altro sangue germoglia, così come
fiore da fior su concimato suolo.
A branchi, i lupi troppi hanno sgozzato
miti agnelli dai Poli all'Equatore.
Abbi ora tu, se un cuore serbi in petto
all'appello dei miseri dischiuso,
per i pochi che restano, pietà!
Fa che il sorriso rifiorisca sulle
labbra che il pianto ha scolorito, e i chiari
occhi dei bimbi specchino di nuovo
una luce di cielo e di speranza.
Fa che l'Amor dall'odio sorga, come
fra gli spini, la rosa, e che nessuno
si punga più se mai v'accosti il labbro;
che ogni scoperta della scienza serva,
più che a mieter la Morte, a migliorare
ogni forma di Vita, allor potrai
dirti davvero Uomo, ed innalzare,
degno, la fronte a Dio.

ANDRIA(BA), 10 ott. 1971.

Esca Ringella.

Emanuele SCARINGELLA
(Esca Ringella)
70031 ANDRIA (Bari)
Via A. Tamburini, 2/5.

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SORELLA INDIANA

Sorella indiana,
tu ami
e sei incompresa, vessata.
Nuda,
offri le carni aperte
al vincitore di turno,
Priapo t'inginocchi ad adorare,
come le antiche etere.
Sorella indiana,
bevi al Lete infame
il liquore che dà
l'eterno oblio.
Tanto, altro non sei che
oggetto di piacere.
Se la lebbra ti rode,
se la febbre
ti scarnifica il corpo da schiava,
corri, sorella, al Gange,
nel lavacro santo
delle sue acque azzurre
annega, con la Vita,
le impurità e le colpe
della tua razza, oppressa
da tabù secolari.

Andria (BA)

Esca Ringella

Pubblicata su: «IL PUNGOLO verde» Campobasso, Anno XXVI,
nr. 7 luglio 1972, pag. 8.

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IL QUARTO METALLO
(Omaggio agli Atleti delle "Olimpiadi 1972" di Monaco,
caduti
sotto l'orribile violenza dei barbari).

Tutta la Gioventù
forte e bella del mondo
era affluita a Monaco
per scontrarsi nei ludi
tradizionali dell'antica Grecia,
e stabilire il primato,
nel segno puro ed alto dello Sport,
dell'umana amicizia.

Forgiate nei più nobili metalli
- l'oro, l'argento e il bronzo -
medaglie erano in palio
per i più valorosi:
medaglie che al ricordo suscitavano
i tre doni dei Magi al Dio Bambino.

Ma nell'ombra, nascosta,
la violenza guatava:
confusa tra la balda giovinezza,
la Turbadelle Tenebre esplodeva,
falciando le vite degli atleti
saliti dalla Patria di Gesù
alla Roma dei Papi
per unirsi (bellezza e forza fuse
in un tutto omogeneo)
agli atleti di tutti i Continenti.

Esplodeva, sparando
il metallo più vile,
e decorando i petti
dei Figli d'Israele
di generoso sangue.

E quel quarto metallo,
quel maledetto piombo,
la Medagliadi Morte conferiva
a quei Fiori di Vita,
lasciando il mondo attonito
a chiedersi il perchè
di tanta folle accidia.

Andria (BA).

Esca Ringella

Per Mylena Menniti

Poesia partecipante al “9° COLUMBIAN TROPHY DI POESIA 1974 e 2° e 3° AMERICAN TROPHY DI NEW YORK” – dove la commissione Giudicatrice, dopo aver esaminato le 954 liriche concorrenti, le ha conferito il SECONDO PREMIO DI DIPLOMA – PERGAMENA E MEDAGLIA D’ORO.

Premiazione che si terrà alle ore 10,30 del 18 agosto 1974,
nella città di Termoli (Campobasso).

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ULTIMO CANTO MIO

Quanto scrissi? Non so: la Poesia
fu il supremo ideal della mia vita,
cantai i fasti della Patria mia,
cantai, lungi da lei, la nostalgia.

Troviero umil, dal cuor sentimentale,
ogni cosa mi fu fonte d'amore;
una farfalla che spiegasse l'ale
nel sol, bastava ad ispirarmi il cuore.

Dica pure lo scettico feroce
che la Vita è un calvario irto di guai,
che noi siam nati per portar la Croce:
sempre la Vita io con ardor cantai.

Cantai la mia chiesetta solitaria,
sognante bianca sopra il verde prato,
oasi di pace esposta al sol e all’aria,
nella quale, bambino, un di ho pregato.

Cantai la donna che, modesta o ardita,
ti dona un bacio e poi ti stringa al cuore
quando la Primavera dell'Amore
orna di fiori il prato della Vita.

Ebbro di sogni, in ogni canto, a josa,
l'ardor profusi del mio cuore anelo:
fiori di campo e stelle d'alto cielo
la vena incentivarono in me ascosa.

Ora non più… Ora mi tace il canto
sulle labbra e nel cuor… Stanco, sospiro,
e vedo solo, in ogni fior che miro,
il crisantemo, simbolo del pianto.

Esca Ringella

Andria (BA), 11 marzo 1973.
(Ospedale Civile - Generale Lorenzo Bonomo)

Pubblicata su: - Mensile Internazionale di Pensiero e di Critica -
«IL PUNGOLO verde» (The green goad)
Periodico della Columbian di lettere scienze ed arti per gli scambi
culturali italo – euro – americani.
Anno XXVII N. 9 ottobre 1973, pag. 10.

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FOGLIE CHE VENGONO,

FOGLIE CHE VANNO…

La Vitaè un carosello di stagioni.
Nasce, a marzo, una foglia,
ma vien l'Ottobre, e muore.
Così noi, creature,
che i passi trasciniamo
dalla culla alla tomba.
Figli tutti d'un tronco
che ha radici nel Tempo,
ci schiudiamo alla vita
per avviare! alla Morte.
L'un dopo l'altro, tutti,
dagli albori del mondo
alla consumazione
dei secoli, nel rombo
di magiche stagioni.
Finché il mondo avrà vita,
prima che si dischiuda,
tra parentesi alterne,
La Stagione Infinita,
la Primavera Eterna.

Andria (BA), settembre 973.

Esca Ringella.

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BUONANOTTE, MALINCONIA

Ricordo il mio soggiorno in terra d'Africa,
con l'urlo dei famelici sciacalli,
e le morette seminude indigene
ed il dorato e muto gran deserto.

Son tanto mesto, afflitto e malinconico
per i miei anni tramontati e gelidi,
per la mia giovinezza in fretta spentasi
con poche gioie all'orizzonte ardente.

Buonanotte, malinconia:
tienimi compagnia;
io soffro quando sono solo,
quando la notte scende.

Buonanotte, malinconia!
Piange l'anima mia…
Ma teco un poco io mi consolo
quando, dall'alto, il firmamento
tutte d'argento
le stelle accende!

Andria (BA), 7 marzo 1973.
Ospedale Civile - Generale Lorenzo Bonomo -.

Esca Ringella.

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MANI

«Da quando due mani crudeli
il Cristo trafissero in croce,
le mani di tutti i fedeli
a quelle dell’Uomo feroce
s’opposer nei secoli alterne
sotto alla volta dei cieli.
E mete attinsero, eterne».

Mani d'uomo operanti, industriose,
mani d'artisti, insonni creatori
d'immortali beltà, mani pietose
tese a lenir dei cuor ansie e dolori,
mani d'alacri Artieri, costruttori
d'opere insigni, splendide e gloriose,
mani d'Eroi e di lavoratori,
dal sol bruciate, ruvide e callose;
mani di ladri e di sicari, aduse
a far vendetta a colpi di lupara,
mani che con gli artigli vanno a gara
per ricattare, o dirottar, con scuse
puerili e false, ai viaggiator la via...
Ah, che antitesi immensa!... E che follia!

Andria

Esca Ringella

Pubblicata su: «IL PUNGOLO verde» Campobasso, Anno XXVIII,
nr. 1 gennaio 1974, pag. 10.

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TIRANNO UOMO!...

Perché, Uomo, gli oppressi tiranneggi,
sordo ed avverso alle divine leggi?

Perché arricchirti vuoi, crudele e infame,
a spese di chi già muore di fame?

Perché vuoi esser tu l’iniquo artefice
del male dei tuoi simili, il carnefice

che destina al macello gl’innocenti
per sostener la causa dei potenti?

Pentiti, Uomo!... Ama i tuoi fratelli!
Non ascoltar la voce dei ribelli

Che tramano, istigati dal Demonio,
per far del mondo intero un mercimonio.

Ricordati il precetto del vangelo:
“gli umili solo un dì vedranno il cielo!”

Getta il mitra, cader lascia la spada,
rendi libera e lieta ogni contrada.

Sui campi della guerra insanguinati
Spargi fiori di vita, immacolati.

Non sfidare, oltre il lecito, la sorte:
pensa che anche per te verrà la Morte.

Fa che allor non ti tremino i ginocchi
Per il rimorso, al Cielo alzando gli occhi.

Fa che tu possa dir, nell’ora estrema,
con coscienza di causa, e senza tema:

“Quando potei, Signor, sempre donai,
e, se dar non potei, non tolsi mai.”

Soltanto allora, mondo di un fardello
di colpe pesantissime fratello,

lo spirito potrai liberare, anelo,
al Gaudio Eterno, in seno ai Santi, al Cielo!

Andria (Bari), febbraio 1974.

Esca Ringella

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CUORE, CUORE MIO!

Torna la primavera. Il pesco e il melo
rimetton fronde e fior, la rondinella
sfreccia dal mio verone, e solca il cielo;
spunta nei prati l’erba tenerella.

Tutto rinasce, tutto si rinnova:
soltanto il cuore mio non rifiorisce,
anzi, più passa il tempo e più avvizzisce,
e, ad ogni April, più vecchio si ritrova.

L’albero; invece; finché vien tagliato
o finché muore, quando April ritorna,
dal soffio dello zefiro baciato,
di nuove foglie e di nuovi fior s’adorna.

Ah, perchè tu non l'imiti, mio cuore?
Perché, una volta ancor, non rifiorisci?
Perché ti chiudi, insonne, nel dolore,
e stanco e senza sogni ognor languisci?

Su, dèstati, cuor mio! … Fammi sperare,
un giorno almeno, ancor, nell'avvenire!
Non essere crudel, non mi lasciare,
abbandonato e misero, a morire!

Andria (BA) marzo 1974

Esca. Ringella.

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A MIO FIGLIO PEPPINO
ED ALLA SUA SPOSA CARMELINA,
NEL FAUSTISSIMO DÌ DELLE LORO NOZZE

Cari signori, signore e amici,

in questo giorno, fra i più felici
che nella vita mi sian serbati
voglio parlarvi dei figli amati.

Per altri eventi già a questo uguale

due volte il cantico mio augurale
in un simposio, lieto, ho innalzato:
questa è la terza, che coronato
il sogno vede del mio Peppino
con Carmelina, qui a lui vicino.

Per Tommy e Amelia, lontani ormai,

la prima volta l’augurio alzai;
(e non nascondo che mi è penosa
la loro mancanza, nella radiosa
alba di questo giorno vermiglio,
che vede, terzo, sposo, un mio figlio).

Poi per Gianna, che qui è presente,

dissi del cuore, teneramente
le sensazioni dolci ed amare
quando la vidi, sposa, all’altare.

Ora è Peppino che se ne va

verso la propria felicità
e a lui largisco, con commozione,
la mia paterna benedizione.

Peppino caro, mio terzo figlio,

della mia stirpe diletto giglio,
e tu, Carmela, creatura eletta,
sii benedetto! Sii benedetta!

Voi ve n’andate coi cuor festanti,

come le rondini nei ciel trillanti,
per costruirvi, piccolo, un nido
che custodisca l’amore fido.

Figli, vogliatevi sempre assai bene,

sia nelle gioie che nelle pene,
e ricordatevi di babbo e mamma
che per voi serbano d’amor la fiamma!

Nei giorni belli del vostro amore

pregate uniti l’Iddio Signore
che puri e candidi al par dei gigli
e sani a crescere v’aiuti i figli.

Io vi saluto col cuor commosso,

che più di questo dirvi non posso,
ed alzo il calice coi cari amici
per dirvi: Figli, Siate felici!

Andria, 20 luglio 1959

Emanuele Scaringella

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CHI SONO?

Sono un troviero pallido, silente,
vivo all'ombra dell'umil mio lavor;
sono un troviero mistico, che sente
vibrare tanta musica nel cuor.

Se non possiedo, come certa gente,
titoli e palazzi e gemme ed or,
mi sento al bacio del bel sole ardente,
nella mia grande povertà, un signor.

Padre, pei figli miei nutro un affetto
che mi riscalda e mi dà luce al cuore;
Uomo, gli amici miei stimo e rispetto
e nutro ognor per la mia donna Amore.

Anche i poveri negri bistrattati
in un abbraccio ideal recingo,
le mani lor nelle mie mani stringo,
e fratelli li chiamo in Cristo nati.

Son colui che detesta ogni violenza
e che si schiera ognor contro la guerra;
ammiro gli obbiettori di coscienza
che della Pace sono Araldi in Terra.

Sono il Vinto che mai cade a ginocchi
ad implorar pietà dai vincitori;
l'Umil che mai non trema o abbassa gli occhi,
l'Oppresso che non teme gli oppressori.

Son quei che dalla Vita ha avuto in dono
un pesante retaggio di dolori,
e s'adopra per molcere nei cuori
i dolori degli altri. Ecco chi sono!

Esca Ringella

ESCA RINGELLA, il poeta, di Andria appartiene al mondo
letterario del silenzio e dell'attesa.

Autodidatta, la sua poesia, è istinto, vibrazione di sentimento, fede nei
valori della Patria e della Famiglia, cattolico e uomo di Fede. Poeta, nascitur
Esca Ringella e nato poeta, perché canta per istinto, per amore e per
immortalare gli affetti più sereni, spinto da un ardore che è amore e fiamma
di fraternità.

Tratto dal: - Mensile Internazionale di Pensiero e di Critica -
«IL PUNGOLO verde» (The green goad)
Periodico della Columbian di lettere scienze ed arti
per gli scambi culturali italo – euro – americani.

Anno XXVIII N. 5 giugno – luglio 1974, pag. 15.

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LA MIA SPERANZA

La mia speranza timida e tremante
verso i cieli del sogno spiccò il volo,
ma ahimè! L'ali eran fragili, ed al suolo
ricadde, e giacque, senza più sembiante.

Or, se ritorno al posto ove si è spenta,
la ritrovo così, trasumanata
in celeste visione, e la ritenta
quel cielo da cui è precipitata.

Andria (Bari)

Esca Ringella

Pubblicata su: «LA VALSESIA» Varallo Anno VI nr. 9
Settembre 1958 pag. 16.

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PASQUA DI PERDONO
(A Mylena Menniti, per dono augurale, dedico).

Pasqua! Nell'aria cantano gli uccelli,
son verdi i prati e limpidi i ruscelli;
bélano nell'ovile i bianchi agnelli,
i mandorli si fanno ancor più belli.

Pasqua ritorna con la primavera,
mentre cantano le campane a schiera,
e nel cielo si avverta una preghiera
e il peccator da Dio perdono spera.

Pasqua! È felice assai tutta la gente,
il sole già comincia a farsi ardente;
aprile canta appassionatamente
ch’è Pasqua di perdon, Pasqua fiorente!

Pasqua 1974.

Esca Ringella

       Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XIV, Nr.4, Andria – 9 aprile 1950

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CHI SON IO?
(Ai miei cari amici vicini e lontani. Sinceramente dono)

Non sono un ambizioso, altro non sono

che un giovane romantico e pensoso
che ama le Muse, e sono desioso
di esprimermi in poesia: ecco chi sono.

Nella mia vita vi son più tristezze

che gioie; e attese e sogni son chimere
ch'io non perseguo; amo le cose vere
e non perseguo nubi di grandezze.

Vorrei poter esprimer l'abbandono

della mia mente nei pensieri eletti,
tradurli bene con versi perfetti
ed esser soddisfatto. Ecco chi sono!

Esca Ringella

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IL MANDORLO FIORITO

Con Pasqua Santa torna primavera.
È la natura tutta rinverdita.
Sfreccia l'azzurro una capinera
e la violetta è anch'essa rifiorita.

Lungo il pendio il mandorlo è sbocciato
con fiorellini rosa e, intorno olezza;
nel solco della terra è seminato.
il germe che alla terra dà ricchezza.

Gli agnelli pascolanti sull'erbetta
belan, di tanto in tanto, e il pastorello
le guarda sorridendo e mentre aspetta
bagna i suoi piedi nudi nel ruscello.

Pasqua è tornato! È la redenzione
del mondo. Ancor nei secoli rinnova
la vita di Gesù e la passione
e par che splenda d'una Pace nuova!

Emanuele Scaringella

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AD ANDRIA MIA

Salute, Andria bella e antica,
Città dei fieri ruderi,
Che, su l'azzurro mare,
Vigili il tuo Destino.
Salute, mia Città natale e bella,
Culla di Santi e Eroi,
Te, quando scese l'orde
Dei Barberi, al tuo Dio,
Fedel, chiedesti pace,
Ed egli il Santo t'inviò Suo Vescovo
Riccardo, e fosti salva. (*)
Te sotto il regno de lo Svevo, florida
Sorgesti e gran Destino.
Andria, fidelis ti nomasti, e il Nome
Nei secoli rimasi.
Salve, mia Città bella:
Io, tuo figlio, al Culto
Delle Muse allevato,
T'esalto nel mio Canto,
Che vorrei rimanesse,
Alla tua Gloria,
Nei secoli dei secoli.

Andria (Bari)

Esca Ringella

(*) Riccardo - fu primo Vescovo e Protettore di Andria.

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PREMIO LETTERARIO NAZIONALE "CARLO GOLDONI"

UN PICCOLO NEGRO PREGA

Signore,
Tu solo mi resti.
Non ho padre,
non ho madre,
e sono piccolo e indifeso
come un insetto fra l'erba.
Ma l’erba è soffice e buona.
Protegge dal vento
i fiori che le crescono in seno,
come una trepida madre.
Io vivo fra gli uomini,
e gli uomini sono cattivi.
Più delle belve nella giungla,
più dei rettili che infestano
la savana.
Signore,
abbi pietà!
Tu ami tutti i bimbi.
Anche i negri,
come me.
Tu non hai prevenzioni.
Tu sei l'Universale.
Volgi su me il Tuo sguardo,
buono come l'occhio del Sole
che riscalda la terra.
Scaldami
come un fiore tra l'erba.
Salvami
da tutti i lupi del mondo,
Signore…

ESCA RINGELLA

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VA OMBRA

Mamma! Dedico a te questi miei versi, ma
questa sera, un'ombra, non mi lascia tranquillo…

Che vuoi tu da me, ombra crudele

che non mi lasci scrivere tranquillo?
Io voglio scrivere ora i versi sciolti
che pure tanto cari sono al cuore.

Vattene ombra, lasciami qui solo.

non tormentar quest'anima gelosa,
che tra rumore e voci mai non trova
le belle rime Per la mamma sua.

E vedi, giaccio in gran malinconia

non trovo mai le rime tanto attese;
perciò, vattene ombra, và lontano,
lasciami solo, solo, col mio cuore.

Esca Ringella

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AL SS. SALVATORE DI ANDRIA

Caro Gesù, che orribile
di spine una corona
sovra il capo Tuo posero:
il nostro: mal perdona.

Mesto Gesù, che solide
funi di condannato
a morte, al pal legarono
il corpo Tuo piagato:
possa il Tuo amor redimere
le colpe della vita
e ogni altra cosa ria.

E benedici, o amabile
Signore: le genti
di Andria: - Così sia.

ANDRIA agosto 1950.

Esca Ringella

         Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XIV, Nr. 8, Andria 15 agosto 1950

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SALUTO AI POETI

Scrittor di polso, cantori eletti,
saluto e onoro Maria Zanone,
con Maturanzo, Zelia Tonietti,
ed altri artisti della Canzone.
Dai versi dolci, chiari, armoniosi,
che posson dirsi poeti insigni
come Pironti, Balestra, Tosi,
Cimino Pia, Nini, Morgigni.
Di Bari Bruno, Ciferri Gianni,
Maria Busillo, che sempre Canta,
e ognor dell’Arte spazia sui vanni,
Alaimo Tina, Todeschi Santa.
A questi amici dal cuore aperto
al sentimento puro e sublime.
col cuore auguro di Gloria un serto
nel volo rapido di queste rime.

Andria (Bari) feb. 1948.

Emanuele Scaringella

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NATALE
Alla Direttrice ZELIA TONIETTI con vivissima ammirazione e stima.

Andavano i Re Magi, erano tre
nella notte splendente; a offrir l'incenso,
l’oro e la mirra, insieme, al Re dei Re.

E videro d'un tratto una capanna,
un bove, un asinello e San Giuseppe...
E udiron di Maria la ninna nanna.

Entrarono, deposero i loro doni,
poi, piegati i ginocchi, ad adorare
ristettero, così taciti e buoni.

Su la capanna, una stellina d'oro
piovea una luce tremula ed incerta…
Cantavano, nel Ciel, gli Angeli in coro.

ANDRIA (BARI) NATALE 1948

EMANUELE SCARINGELLA
DE LA CICOGNA.

(con approvazione ecclesiastica)

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CREDO

Nel Tuo potere, mio Signore, credo;
credo nel Nome Tuo onnipotente;
credo alla luce d'or del sole ardente
e in tutto ciò, fatto da Te, che vedo.

Credo nel dono Immenso del Creato
e in tutto ciò che nel Tuo Nome vive,
in ciò che passa e in ciò che sopravvive
io credo con il cuore infervorato.

Credo, Signore, nel domani e vivo
nella speranza in cui, sereno, credo
e canto con diletto e sogno e scrivo.

Credo nella bontà Tua eterna e pia;
credo che brillerà del suo splendore
antico, la diletta Patria mia.

Nel Tuo potere, mio Signore, credo.

ANDRIA (Bari), aprile 1950

Esca Ringella

(con approv. ecclesiastica)

       Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XIV, Nr.7, Andria 9 luglio 1950

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ALL'OMBRA DELLA CROCE
A mio padre

Nel giorno amaro della tua dipartita,
o babbo amato, il pianto il cuore inonda,
invade la tristezza la mia vita,
è una malinconia in me profonda.

Tace il tuo labbro e par che tutto taccia
in un silenzio greve e disperato;
guardando la tua fredda e immota faccia
sento dal gelo il cuore circondato.

Sull'ultimo tuo letto, ora ti miro,
padre adorato, e sento vacillare
in me le forze, rotto anche il respiro
e non so far che solo lacrimare.

O caro genitor della tua Croce
all'ombra vorrò vivere i miei anni,
tranquillizzare il mio dolore atroce,
per te placare i miei copiosi affanni.

Andria (Bari) novembre 1950.

Esca Ringella

       Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XIV, Nr. 12, Andria 26novembre 1950

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TI RICORDO, FACCETTA NERA!...

Fior di banana:

io t'incontrai nella foresta nera,
e fui toccato da una gioia arcana.

Noce di cocco:

mi affascinasti tra il fogliame scuro
ed oggi, ancor dal fascino son tocco.

Fior di betulla:

agli occhi tuoi, lucenti come stelle,
non v’è di pari. sulla terra nulla.

Fiore di palma:

allor che ti baciai nella giungla
scendeva intorno a noi la sera calma.

Fior profumato:

il giorno del rimpatrio mio piangevi,
io ti promisi che sarei tornato.

Fior di pansè:

or che non son tornato ti ricordo,
faccetta nera, e penso tanto a te.

Dalia africana:

io ti rivedo, in sogno, sussultando,
correre incontro ad ogni carovana.

Fior d'amaranto:

questo ricordo tuo mi fa soffrire,
m'inonda gli occhi d'un cocente pianto!

Esca Ringella

Pubblicata su: “ACCADEMIA INTERNAZIONALE LETTERARIA
ARTISTICA SCIENTIFICA NAPOLI”
«DUE LACRIME E UN SORRISO»
Antologia di 100 Scrittori italiani contemporanei a cura di Giuseppe Pellino.
1955. – I Volume - pag. 44.

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VA’ MIO SALUTO

A Voi, o illustre Guido Massarelli
qual Segretario di Redazione,
io Vi saluto con ammirazione,
con gli auguri più fervidi e più belli.
Permettete che da questa colonna
della "bell'Idea di Andria,, io saluto
il lontano collega Caradonna
Nino, .coi versi miei sinceri e muti.
Adelina Mariotti, la Mylena
Scopigni, Myla Greco, Maturanzo:
poeta dolce dalla fresca vena,
e Manzi che ama il verso ed il romanzo.
Saluto Dalla Vecchia, Pia Cimini,
Maria Busillo: romanziera eletta,
Alaino Tina, e, coi più vicini,
Elena Tronci, dalla verde vetta:
Pasquale Cafaro, Eligio Morgigni,
Di Pasquale, Mariani, Saccotelli,
Leonetti Andrea, amici miei benigni
ch'io amo come fossero fratelli!

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVI, Nr. 9, Andria 21 sett. 1952.

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IL TUO RITRATTO
(In omaggio cordiale e ricordo a - Rita Fiorini - )

Rimiro il tuo ritratto dolce e caro,
il volto di sorriso non avaro:
le tue pupille vivide e sì belle,
le labbra tue lucenti come stelle.

La tua boccuccia fatta per sognare,
chi degnamente la saprà cantare?
Chi mai cantar saprà, dolce bambina,
l'aspetto tuo d'angelica regina?

Le splendide tue chiome, giuste e folte,
sulle tue spalle s'aprono in un manto.
Ma chi potrà esaltarne mai l'incanto?

Non vi saranno, o bimba, penne colte
a dir le tue virtù, i tuoi splendori,
degli anni tuoi i sorridenti fiori!

Andria, feb. 1953.

Esca Ringella

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LA MIA TERRA

Squillan di S. Riccardo i sacri bronzi
in tripudio sonoro.
Sorride lungo i prati primavera
ridesta nell'amena terra mia.
Nel fresco odor dei verdi mandorleti
e nel tranquillo moto delle foglie
passa il respiro della brezza aulente.

Rifulge il sole!
Ed Andria mia si culla
nel tenero profumo delle viole.
Porge l'orecchio al canto degli uccelli,
rivolto al mar di Trani e di Barletta.

Presso Castel del Monte
socchiudo gli occhi,
ed aspiro il profumo, forte, intenso,
dei fiori delle Murge.
Una gioia infinita il cor m'invade
per Andria, terra santa e benedetta:
mia culla cara
e dei miei figli
e di tutti i miei cari e amati avi
che dalla terra ormai scomparsi sono...
E mi piego, commosso, sui, ginocchi!

Andria, giugno 1953.

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVII, Nr. 7, Andria 1° luglio 1953.

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BABBO TI DICE
A mia figlia Mylena

Quando sulle riviste e sui giornali
i canti troverai per te creati,
poveri fior del cuor sentimentali
racchiudenti l’odor dei tempi andati,
ricorderai chi d’un si grande amore
t’amò che uguale al mondo non v’è,
e capirai com’era questo cuore
che non avrà più un palpito per te.

Allor Mylena, figlia mia diletta,
l’umido sguardo al ciel solleverai:
nel raggio della stella più negletta
il babbo tuo poeta cercherai:
il babbo che cantò con dolce vena
per un angelo in terra: te, Mylena!

Andria luglio 1953

ESCA RINGELLA

N.B. – Da queste colonne, la piccola Mylena, invia il suo caro bacio
al suo padrino. Prof. Morgigni ed alla sua madrina lontana – Scrittrice
Mylena Fiorini Scopigno.

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVII, Nr. 8,
Andria 1° agosto 1953.

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TI DONO L’IMMAGINE MIA
Ad ANNA LO MONACO APRILE, con vera stima e ricordo.

Ti dono la mia immagine, o diletta
amica. Le fattezze mie presenti
siano nella bella tua casetta
dove tu sogni, scrivi, pensi e inventi.

Ti guarderò dal mio ritratto: il giorno,
la notte, e tutte le ore della vita;
e quando tu passeggerai d'intorno,
vedrai il mio viso in estasi infinita.

È un'estasi di stima sconfinata
che nutro verso te, verso le doti
tue nobili e sublimi, e per la grata
amica che riveli in dolci moti.

Abbi del mio ritratto somma cura;
esso ti parli del mio affettuoso
ricordo; del mio affetto;
della pura amicizia, e del cor mio generoso!

ANDRIA (Bari) Capodanno 1956

Esca Ringella

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ADDIO, ANNINA!...
(Nell'onorare il 25° anniversario della morte - Dedico)

Per Te il sorriso d'oro delle Muse
splendeva; giovinezza ti adornava.
Speranze nei tuoi sogni eran diffuse
e canti alati. Solo, ti angustiava,
l'acerba sensazione di avvertire
che la vita era triste per gli umani,
mentre ai tuoi sogni d'or volevi unire
la gioia dei mortali in canti arcani.
E quando lieto sorrideva il fiore
degli anni tuoi, trafitto dalla Sorte,
cadde spezzato il tuo giovane cuore
giacque nel gran gelo della Morte.
Addio, Annina!... E che almeno in Cielo,
dove tutto è bellezza e poesia,
si compia di tua vita il santo anelo,
e canti e splenda l'anima tua pia!

Andria, 1967.

Esca Ringella

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AD ANDRIA MIA
(A mio figlio Tommy)

Andria, sei bella per i tuoi giardini,
per le tue murge e le superbe chiese,
per i tuoi monumenti e i tuoi villini
che una perla ti fan del Bel Paese.

Io tuo figlio, nato nel tuo incanto,
t’amo d’immenso amor, e la poesia
che in cuor mi ferve ispiro in ogni canto
alla tua incomparabile malia.

Quanti oliveti, o Madre, Tu possiedi,
quanti vigneti immaginar non può
chi sul tuo Sacro suol non pose i piedi,
chi nel verde tuo sen giammai sognò.

Stesa sul mar, Speron de lo Stivale,
sei tutta un Fiore che ogni cuore ammalia;
ogni poeta ti consacra un “Vale”!
e di te fiera si proclama Italia.

Emanuele Scaringella

Scaringella Emanuele, residente a Andria Via De Maioribus, 37, prov. di Bari.

Socio Accademico della Phoenix di Bari con diploma medaglia
di benemerenzaSocio: Accademia Letteraria Artistica Scientifica di
Treviso, diploma di
medaglia accademica con palme al merito in oro.
Della Columbian Academy U.S.A. Il Lauro poetico.
Segretario Redazionale di “Pungolo Verde” e della Fonte della Cultura.

Tratto dal libro di: GINO PARENTE «FLORILEGIO»
“Poeti Scrittori, Artisti d’oggi” pag. 73,

Curato da:
Il PUNGOLO VERDE per l’Italia
THE FREE WORLD per l’estero
ED. PUNGOLO VERDE - CAMPOBASSO – ITALIA – 30 agosto 1958.

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“CHI SONO?”

Chi sono, amici? È presto detto. Io sono,
né più né meno, come tutti gli altri:
un poco buoni ed anche un poco scaltri;
ed ho dell'estro il ben accetto dono.

Io mi diletto a verseggiare, ed amo
col cuore tutto ciò che sia bellezza.
Non mi scoraggia affatto la tristezza.
Per me la rima è un fervido richiamo.

Come me stesso, stimo e voglio bene
i miei sinceri e numerosi amici,
e prego affinché lor siano felici.

Talor sconvolte sento le mie vene
per quei che avversan la mia poesia.
Io li detesto, li odio, in fede mia.

E continuo, sereno, la mia via!

Esca Ringella

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CONTRO LA VITA

Mai tempo v'è stato più tristo di questo
in cui la Morte è all'ordine del giorno.
Rispetto per le leggi non c’è più,
e sacra più non è la Vita umana.
Altre cita la Storia epoche oscure,
ma come questa alcuna mai s'è vista.
Inteso a dar benessere, il Progresso
si muta in arma in mano alla Violenza;
per arrivare ad ambiziose mete,
o a ricchezze immeritate, l'Uomo,
senza pietà, i suoi simili sopprime.
Ed ecco, coi pirati che dirottano
gli aerei, i pirati degli oceani,
ecco i facinorosi, che sobillano,
sulle piazze, le turbe esagitate,
ecco gli spari sugli inermi militi,
operanti nel nome dell'Onore,
fedeli alla Giustizia e alle sue leggi.
Nel segno della Libertà, il vessillo
delle, Violenza s'alza, e gronda sangue;
sangue innocente, nel Vietnam, nel Congo,
a Tel Aviv, ove ancor fuma, in India,
e nella valle della verde Erinni.
Persino ormai nella civile Europa
gli scioperi si alternano ai massacri,
e gli scippi agli stupri; l'operaio
teme la strada, il commerciante onesto
paventa il ratto a scopo d'estorsione...
Sotto il libero sole, tenebrosa,
muove l'Armata del Delitto, e più
si rafforza, impunita, e si fa audace...
O dove andiamo, Dio? Diccelo Tu!

Andria (BA).

Esca Ringella.

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I SOGNI E LA VITA

Avevo un cardellino,
un fior di piume,
che all’aurore ogni dì mi salutava
dalla sua gabbia grigia,
fischiettando così: cip – cip – ciripi!
l’ali agitando per farmi festa,
come un bimbo tende al risveglio,
le braccia e stride e ride
alla Vita che nasce insiem col Sole.
Per non lasciarlo solo, l’accoppiai
ad una canarina, e in breve nacque,
da quell’unione, un piccolo, gentile
come la coppia, ma con una – ahimè:
zampina deformata, e malaticcio
come un bimbo patito, talché dopo
qualche mese, morì.
E poiché il male non vien mai solo,
qualche mese appresso,
anche i vecchi morirono.
Rimase la gabbia vuota, appesa.
Ed io se penso ai giorni belli
in cui ne udivo il canto,
festoso e dolce, sento il cuor stemprarsi
in un mar d’amarezza e di rimpianto.
Or che non più il cip – cip lieto risuona
fra le pareti amate, la mia casa
mi sembra una spelonca triste e vuota,
e mi rifugio nell’affetto umano
dei miei cari, e nel culto dei ricordi
per attinger conforto ed incentivo
a continuare a vivere, la Vita!...
Ecco cos’è: un saluto al sol che nasce,
un gran palpito di ali, una ventata
di canti e di speranze, e poi… la Fine.
Tutto scompare, a noi lasciando solo
tristezza, nostalgia, e, in fondo al cuore
il sogno di un cip –cip, che nasce e muore…

Andria (Bari)

Esca Ringella

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PASQUA IN FIORE
(1945)

Stamane è Pasqua.
Stamane è la festa del nostro Signore
Che s’annunzia col suono armonioso dei sacri
bronzi.
È giorno di gaudio, di giubilo, di redenzione
per le anime.
Stamane il sorriso eleggia sulle labbra
Di tutti, e il Sole accarezza soavemente i cuori.
È la vita che si ridesta, la primavera che
canta il suo inno di amore e di pace.
Oggi voglio sostare qui all’ombra di questo
mandorlo fiorito.
“Pallido fior di mandorlo delicato, sbocciante
di lacrime ingemmato, che al nascere del sole
sei venuto!
Forse una stella palpitava in cielo quando
germogliasti mite, forse la luna distendeva
il suo velo sui sogni belli d’amore assopiti!
Dimmi, gracile fiore, sai anche tu che oggi
è Pasqua?
Senti anche tu i rintocchi dei sacri bronzi
che suonano a festa?,,

Andria (Bari)

Emanuele Scaringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno IX, Nr.3, Andria – 31 marzo 1945

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ADDIO, MONS. DI DONNA! …

Addio, o pio, o d’Andria buon pastore
soffuso d’umiltà e di sacrificio,
negli andriesi è vivo del Tuo cuore
l’immenso e incancellabil beneficio.

Te evoca, al suol prostrata, quella madre
cui le lenzuola del Tuo letto offristi,
con comprensione mistica di padre
il nobil gesto per colei che compisti.

Gli innumeri Tuoi gesti generosi
Rivivino nell’alba, ahimè !, fatale
in cui son cigli e volti dolorosi
per il Pastor che non avrà l’uguale.

Te faro ardente delle Missioni
nelle lontane terre senza Dio,
a vol di vento, in fondo alle regioni,
selvagge, l’opra Tua non avrà oblìo.

Nei volti muti, nell’immensa calma
del popolo assiepato per le vie
a salutar la Tua tranquilla salma
un coro v’era di preghiere pie.

Addio, o pio, o d’Andria o buon Pastore,
giammai si scorderà il Tuo beneficio;
è viva, come Te, per ogni cuore,
l’umiltà che idealizza il sacrificio!

ESCA RINGELLA


                                     Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVI, Nr.1, Andria – 27 gennaio 1952


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speratore

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Saluto estremo al Vescovo Di Donna

Fulgido esempio di virtù preclare.
Nessuno più di Te fu generoso.
Compiuto il bene rimanevi ascoso
sfuggendo quanti Ti volean lodare.

Ogni opra Tua dal Cielo fu benedetta.
Amavi gli andriesi e gli indigenti,
porgevi aiuto a tutti i sofferenti
benedicenti in Te l'anima eletta.

Se le bell'orme Tue seguisse ognuno
nel beneficio che il Tuo nome spande
anche modesto egli sarebbe grande,
in terra più non gemerebbe alcuno.

D'immenso lutto d'Andria prona il cuore
piangendo va la tua perdita amara
e sa che eterno sopra la Tua bara
germoglierà della memoria il fiore.

D'Andria nella vetusta Cattedrale
che del buon S. Riccardo i resti accoglie,
riposano le Tue mortali spoglie
o Vescovo Di Donna, oh! Immortale!

ESCA RINGELLA

Pubblicata su “L’Idea di Andria” numero unico febbraio 1952

speratore

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S A L U T O

Saluto e onoro CAFARO PASQUALE:
gli giunga del mio core l’alto vale,
poeta giusto e di gentil vena,
sia che canti la gioia oppur la pena.

Saluto il professor MORGIGNI ELIGIO:
d’Andria talento ricco di fastigio;
carattere uniforme ed esemplare
cui Dio e la vita ebbe in don d’amare.

Saluto il professor MARIANO ANTONIO
la Religione è il suo patrimonio
di cui si vanta, a cui s’ispira e attinge;
scrive, ma più che scriver dipinge.

Saluto altro andriese e buon pittore:
ALFONSO DI PASQUALE. Nel colore
trasfonde l’Arte con il sentimento
sì che alle tele sue dona un accento.

Saluto MATURANZZO SALVATORE:
poeta del romantico dolore;
anche all’infanzia dona la bellezza
dell’Arte sua ch’è vena di dolcezza.

Saluto ancor la gentil poetessa
ELENA TRONCI, in cui cotanto impressa
s’è la Poesia e a lei diè doni arcani,
perché ne svolga i suoi sublimi piani.

Saluto la poetessa e la pittrice
dal verso terso e il pennello felice
nel nome di MARIA ZANONE eletto,
in cui nobil sentir trova ricetto.

Saluto il caro RAFFELE TOSI
dai versi malinconici e armoniosi
poeta delle verdi primavere,
ammirato perfin… qual cavaliere!

GINO SPINELLI canto: lo scrittore
che di Venere esalta e amor di Marte,
modesto, saggio e bravo Direttore
del critico mensil: “PENSIERO ED ARTE,,.

Saluto con un buon voto augurale
MARIA BUSILLO: alacre romanziera,
il recensor RENZO MARCATO, il quale
spunti obiettivi ha di critica vera.

Saluto infine la DI BARI BRUNO,
ALFONSINA SIGNORE, e ad esse, in uno,
CARMINE MANZI e PIA CIMINO. Vada
L’augurio a tutti sulla nobil strada!

ANDRIA, febbraio 1952

ESCA RINGELLA

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVI, Nr.2, Andria – 28 Febbraio 1952

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speratore

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A MARIANO, CON FEDE

Cultor pacato di lettere sane
e tempra di profondo pensatore,
alterna le molteplici ed arcane
cure diuturne ai canti del suo cuore.

Ei non del mondo il chiasso vanitoso
attira, né distrae l’alta sua mente
cosa puerile, umile e pensoso
vive seren, la vita, quietamente.

Fasciato di silenzio e di poesia
l’un l’altro i suoi pensieri buoni lega,
non una nube adombra la sua via:
egli è tranquillo e intensamente prega!

Andria (Bari) marzo 1952

ESCA RINGELLA

                                    Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVI, Nr.3, Andria – 30 marzo 1952

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speratore

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IN MEMORIA DI VINCENZO JEVA

VINCENZO JEVA non è più!
Oh, qual dolore,
per la sua dipartita, ho nel mio cuore!...
La Musa è triste. Io piango. Geme l’estro:
- È scomparso il Maestro!... –
Quegli che tanto ben, quaggiù, mi volle,
qual discepolo suo, umil, sincero,
posa nel muto spazio delle zolle
brune, del cimitero.
Io lo rimembrerò! E la sua dolce,
umana poesia, che il core abbaglia,
qual prece mormorando, triste e molce,
consolerò il gran duol che mi attenaglia.
Addio Maestro! A te, che nei giardini
sereni, cogli i fiori dell’Eliso;
e ti estasii coi biondi cherubini
dal celestial sorriso,
da me, perduto in questa amara valle,
ti giunga estremo, l’ultimo saluto.
flebile e sordo, dal dolente calle,
sull’armonia d’ un liuto.
È il gran Vale, Maestro; tu lo sai:
di colui che un dì t’ha amato tanto,
per il quale, per sempre, tu vivrai
nel ricordo più bello, dolce e santo.

Andria, luglio 952

ESCA RINGELLA

      Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVI, Nr.8, Andria – 1 settembre 1952

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speratore

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All’ombra della Croce n. 657
(A mia Madre)

Tu dormi Mamma, all’ombra della Croce,
nel Cimitero d'Andria, col papà;
Tu dormi, e più non senti la mia voce,
che chiede a Dio del mio dolor pietà.

Fu in un triste tramonto settembrino
Che ti vidi calar nel freddo avello,
e piansi, come pianger può un bambino
che il Destino crudel volle orfanello.

E quando scomparir vidi la bara
che in sè racchiudea, giunsi le mani
come un dì m’insegnasti, e ti pregai:

Deh, veglia su di me, Mammina cara!
Infondimi coraggio pel domani,
e non lasciarmi … non lasciarmi mai!

Andria (Bari) 24 ottobre 1952.

ESCA RINGELLA



                                      Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVI, Nr.10, Andria – 26 ottobre 1952


A un mese dalla scomparsa della pia e cara Genitrice, il Poeta sente il bisogno di rievocarla conaccenti accorati e commossi.
Sono versi intrisi di pianto, ma confortati e illuminati dai carismi e dalla luce della Fede. Amore epreghiera fluiscono caldi
dall’animo sensibile del Figlio e lo uniscono con legami indissolubili a un mondo non perituro, dove i Genitori sopravvivono in Dio.

Antonio Mariano


Pubblicata su “L’Idea di Andria” 26 ottobre 1952

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speratore

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NATALE IN CASA MIA

Natale in casa mia è ancor l’uguale
dell’anno scorso, senza voce e fiamma,
perché quest’anno non ho più la mamma.

Altri, nel lieto giorno di Natale,
saran raccolti attorno al focolare,
ed io, nella mia stanza, a lacrimare.

Rievocherò i fantasmi del mio cuore,
i volti della lor malinconia
e sarò anch’io in buona compagnia.

E pregherò, nell’ombra, con ardore
ed al Presepe, fattomi vicino,
con il mio pianto bacerò il Bambino!

Andria, Natale 1952

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVI, Nr.12, Andria – Natale 1952

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speratore

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"Mia Cara Andria"

Mia cara Andria,
sempre più bella,
sempre più grande
diventi. O Stella
d’oro di Puglia,
le antiche Chiese
e i campanili
del tuo paese
sono magnifici.
Santa Maria
« che tutto vale »
dei Miracoli,
ed ogni altare
della Madonna
di Altomare:
son la tua storia
che giammai muore,
Andria diletta,
Andria del cuore!

Andria, gen. 953

Esca Ringella.

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVII, Nr.1, Andria – 8 febbraio 1953

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speratore

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ALL’ITALIA

Italia, Patria mia,
Terra del sì divina,
Culla di Poesia,
Di civiltà Latina,
Italia benedetta,
Culla d’Artisti e Santi,
Madre d’Alpini e fanti,
La strofe che mi detta
Il cuore oggi ti canta
Dopo la guerra ingrata,
Che un dì ha trasformata
In rosso camposanto.
Oggi che ancor la vita
Rinasce sulla morte,
E sopra ogni ferita
Ti sboccia un fior, più forte
Di esser tuo figlio sento,
Fervervi il gaudio in core,
Come ai dì del cimitero
Ti ferveva il Dolore.
E mentre con passione
Libera ti saluto,
Consacro una canzone
A chi per te è caduto.

ESCA RINGELLA

                                     Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVII, Nr.2, Andria – 8 marzo 1953

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speratore

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 CADON LE FOGLIE
- Al Poeta Pasquale Cafaro -


Cadon le foglie. Sono tutte gialle
come farfalle.
Il Poeta le guarda e pensa
con nostalgia intensa.
In ogni sua poesia
egli ricama con la fantasia.
La “Donna col ventaglio„ è un buon quadretto
poetico, descritto con affetto.
“Il primo sole„ infonde un buon vigore.
“Babbo„ esalta colui ch’è genitore.
Nella poesia “ “Castello Medievale„
elogia d’Andria la storia secolare.
Nella “Mendica„ appare tale e quale
chi sta, negletta, ad elemosinare.
Belli son pure i suoi versi “Alla Musa„
come il” Garofano rosa„
e “Vivere e bello„. Come ciascun usa
a sera , nell’attesa ansiosa
del sonno, i versi “Buona notte„ al caro
congiunto son d’auspicio.
O Poeta gentil: un nodo amaro
avevo in cuore. Ora s’è sciolto, a un tratto,
al poetico contatto
del tuo libro ch’è ricco di poesia
dolce e sonante come melodia!

Andria, aprile 1953

Esca Ringella

N.B. “Cadon le foglie” Pubblicazione – S.I.A. – di Pasquale Cafaro –

Primo premio di poesia 1952.

        Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVII, Nr.4, Andria – 17 maggio 1953

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speratore

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L’UNGHERESE

(Da un quadro di
Alfonso Di Pasquale)

Splendida donna ungherese:
l’estroso pennello
di Alfonso Di Pasquale,
vita ti diè sulla tela.
Il fascino che emani,
la grazia seducente,
oh, come incantano!
Chi ti osservi
non può finger la gioia
da cui è invaso
al tuo cospetto.
Quella tua mano
che, dolce, si riposa
sopra il libro,
quali carezze asconde?
I fiorellini
del tuo vestito,
qual profumo racchiudono?
Le tue braccia tornite
ai tuoi lucenti monili
fan nobile gara.
I tuoi capelli
sembran pioggia di fili
per accarezzarti le spalle.

Andria, agosto 1953.

Esca Ringella

       Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVII, Nr.10, Andria – 20 settembre 1953

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speratore

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LA FESTA PATRONALE DI ANDRIA

D’Andria Fidelis è questa la gran festa
che San Riccardo, a noi propizio, onora
e la Madonna dei Miracoli ancora.
Oh, quanta, degli andriesi, gioia si desta in cor!

Le luminarie: che splendore!
Corso Cavour, Porta Castello e fino
a Piazza Catuma, compiesi il destino
d’un trionfo sacro espresso con amore.

Nel suggestivo e splendido scenario
in cui l’amico trova il suo amico,
sovente appare il volto di un mendico
nella cui gola sgranasi il rosario.

Egli richiama, con voce pietosa,
quelli che, presi da un indifferente
senso, distratti passan tra la gente,
senza badare alla sua mano rugosa.

Sì come a cor ingeneroso duole
l’esser pròdighi, ciascun dia
al poverello un obolo, per via:
che S. Riccardo eppur Maria lo vuole!

Andria, settembre 1953

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVII, Nr.10, Andria – 20 settembre 1953

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speratore

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NOTTE DI NATALE

Che notte di stelle,
che incanto, che cielo,
che fiocchi di neve:
è nato Gesù.

Fa freddo, che freddo,
che triste pianura,
ma non ho paura:
è nato Gesù.

Adesso cammino
tranquillo, silente
insieme alla gente:
è nato Gesù.

Andiamo alla chiesa.
Rintocca, lontana,
la dolce campana:
è nato Gesù.

Entriamo compunti:
vicini all’altare
mi metto a pregare:
È nato Gesù.

La messa si svolge
con grande fervore,
preghiamo il Signore:
è nato Gesù.

E bacio, fervente,
il santo piedino
del caro Bambino.
Evviva Gesù!

Andria, Natale 1953

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVII, Nr.13, Andria – Natale 1953

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speratore

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Squillate, campane di Andria

(Pasqua 1954)

È Pasqua! Squillate, campane
di Andria bella e ridente!
Chiamate nell’alba splendente
ai Templi e alle Chiese i fedel!

Campane di Sant’Agostino,
del Carmin, dell’Immacolata,
chiamate nell’alba incantata
al Cristo, risolto pel Ciel!

Da Santo Francesco a Sant’Angelo,
dagli ermi conventi alle Croci,
è tutto un concento di voci,
tutto un grand’inno d’amor!

Un inno gentil che si spande
nei cieli, dilaga e svanisce;
un coro possente, che dice:

- AMATE! È RISORTO IL SIGNOR! –

Andria, Pasqua 1954

Esca Ringella

                           Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVIII, Nr.3, Andria – Pasqua 1954

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speratore

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“IL MENDICO„
( LA MANO DI DIO)

All’angolo della via,
smarrito e solitario,
il vecchio mendicante
inizia il suo rosario:
Pietà, pietà signori,
d’ un cieco senza pane,
d’ un umano relitto
che vive come un cane!
Ma pochi danno qualcosa:
chi passa indifferente,
chi volge il capo altrove,
chi ride crudelmente.
Ed ecco: un giovinastro,
s’ accosta al poveretto,
e un sassolino pone
nel teso suo berretto.
- Grazie! - mormora il cieco,
- Che la protegga IDDIO! -.
“Sghignazza l’ incosciente:
- Protegga te non io! -
Ha appena bestemmiato
che sopraggiunge un’auto:
lanciata a cento all’ora
travolge il pazzo incauto.
Uno stridio di freni,
un affluir di gente …
Sgrana il mendico, ignaro
le due pupille spente …

Esca Ringella

  Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVIII, Nr.5, Andria – giugno 1954

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speratore

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SERA DI NATALE

Or che declina l’anno
nel cielo tutto opale
discende dolcemente
la sera di Natale.

Una campana echeggia
da una lontana Chiesa,
ed una voce santa
nel cuore mio è discesa.

Inonda d’Andria, vie
e vicoli deserti,
un’onda, un armonia
di placidi concerti.

È mezzanotte! È l’ora
che in sé ha del divino:
nella sua bianca culla
nasce Gesù Bambino.

Mentre nel caminetto
splende ed arde la fiamma,
si ode un sommesso canto
dolcissimo di Mamma!

Andria, Natale 1954

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVIII, Nr.11, Andria – dicembre 1954

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separatore

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COME OGGI NASCESTI
(Alla mia cara nipotina Maria Vitanostra, con Cuore dedico).

Come oggi nascesti, in pianto e in riso,
chinò su te la mamma il dolce viso,
e ti sacrò del suo materno cuore
il fiore del più puro e santo amore.

Per farti dolcemente addormentare,
ti fece nella culla dondolare,
la ninna - nanna ti cantò soave
e mormorò, sul tuo sonno, un'Ave.

Con le chiare pupille; su te fise
pianse con te, con te gioì e sorrise,
ti segui passo passo nel cammino
togliendone ogni sterpo ed ogni spino.

Come nascesti, Maria, ella ti unì
dolcemente al suo cuor, proprio così
come s'unisce un fior a un'altro fiore,
col filo d'oro del suo grande amore.

E ti fu linfa il sangue del suo cuore.

Andria, 8 aprile 1967

Emanuele Scaringella.
(Esca Ringella)

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            PASQUA!

        Gesù risorge dal Sepolcro Santo
                            Gesù risale ai cieli,
                            e fondesi col canto
                            delle campane il coro dei fedeli.

       De la Divina Madre
                            ha forse udito l'angoscioso pianto,
                            e fra osannanti squadre
                            per Lei rivive in un purpureo manto.

       Rivive, e lascia al cuore
                            de gli umani sopiti un dolce dono:
                            la fede dell'amore,
                            la gioia del Perdono.

Andria, Pasqua 1948

Emanuele Scaringella

Con approv. ecclesiastica

separatore





Qual piaga questa data m'apre il cuore,
qual sgorga cocente in me il dolore.
Babbo tu stavi sull'estremo letto
e al capezzale il figlio tuo diletto.

La casa triste tutta m'appariva
e un po' la vita mia con te finiva.
Intorno uno squallor muto regnava
il cor mio nell'angoscia sospirava.
Un gran pallore ti copriva il viso:
il tuo destino ormai era deciso.
Fuggiva il tempo lungo la sua china
la morte tua, o babbo, era vicina.
L'altr'anno, in questo giorno, te ne andavi,
orfano sulla terra mi lasciavi.
E quando, ahimè, ti colse l'ala nera
della funesta morte, era già sera.
Da una gran pena tutta apparve invasa
la nostra vuota e rattristata casa.
Novembre, mese caro dei defunti,
i cuori a te s'inchinano, compunti!


ESCA RINGELLA

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XV, Nr. 11, Andria 28 novembre 1951



A PASQUALE CAFARO

(Con cuore di poeta)


Salve, fra i Vati dell'Itala Terra,
Vate sublime!
Ciascuno con diletto in pace e in guerra
ascolta l'armonia delle tue rime.

Tu, degli antichi greci e dei latini,
fai risonar la cetra:
Varca il tuo carme gl'itali confini,
spandesi su per l'etra.

Speme e conforto alle anime intristite
è la tua melodia:
per essa sognan l'anime, rapite
in dolce nostalgia.

Io, non secondo a te, ma ammiratore,
ti seguo con affetto
e ti consacro, con l'alloro, il fiore
del verso mio negletto.

Andria, settembre 1950.

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XIV, Nr. 9, Andria - Settembre - ottobre 1950



A RICORDO DEL POETA VINCENZO JEVA


Ne Cimitero d'Andria il pianto
sembra che sgorghi dai cipressi muti
sopra una tomba di poeta, accanto
a cui dei fiorellini son cresciuti.

        Il poeta che tanto ben ci volle,
        che fratello ci fu caro e sincero,
        posa per sempre ormai sotto le zolle
        scure del Cimitero!

Ma noi lo ricordiamo! E la sua dolce,
umana poesia che i cuori ammalia,
qual prece recitando, un poco molce
il cuor che ci attenaglia.

        Addio, Maestro! A te, che nei giardini
        azzurri cogli i fiori dell'Eliso,
        e t'estasii in vision di cherubini
        dal celestial sorriso.

A te, di noi, perduti in questa valle
amara e triste, l'ultimo saluto
flebile giunga dal dolente calle,
sull'armonia di un liuto.

        È il gran vale, Maestro, tu lo sai,
        di quelli che quaggiù t'amarono tanto,
        e ti dice che sempre tu vivrai
        nel loro ricordo santo.

Andria, luglio 1954

ESCA RINGELLA

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVIII, Nr. 6, Andria – Luglio 1954


A SUOR MARTA URSI

(Deceduta in Gambarare – Venezia – il 30 ottobre 1953)
In memoria


Tu sei morta, ma vivi
nel ricordo dei buoni
ai quali desti tante,
tante consolazioni.

        Figlia d'Andria umile,
        riposi in Gambarare,
        ma il popol tuo gentile
        mai ti potrà scordare.

Sempre t'avrà vicina,
piccola suora cara,
e citerà a modello
la tua vita preclara.

        Nel gaudio o nel dolore,
        all'alba o pur di sera,
        t'innalzerà dal cuore
        la fervida preghiera:

Madre, che fosti in terra
esempio di bontà,
dhe, veglia sui tuoi figli
e sulla tua città!

        Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVII, Nr. 13, Andria – Natale 1953



ADDIO, ADRIANA!

Ad ADRIANA FRANCHI


Per te il sorriso d'oro delle Muse
            splendeva; giovinezza ti adornava;
            speranze nei tuoi sogni eran diffuse
            e canti dolci. Sol ti addolorava.

Segreto sentimento di sentire
            la vita assai difficile agli umani,
            perchè ai tuoi sogni d'or volevi unire
            quelli del mondo che sono i più vani... .

Quando più lieto sorrideva il fiore
            degli anni tuoi, dei versi la coorte,
            cadde spezzato il tuo nobile cuore
            dal filo acuminato della morte.

Addio, Adriana! - Nel volare al Cielo
            ove è giustizia di natura umana,
            si compie di tua gloria l'aureo velo
            che resta in noi, per sempre. Addio, Adriana! -

Esca Ringella

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P.S. - Poeta e scrittore sincero, lo Scaringella. Ha acceso col suo fervore nella sua esistenza una lampada votiva all'arte, che adora con religiosità, per attingere attimi di luce e di conforto. La sua poesia ha quel sapore di intimità e di raccoglimento, di bontà e di malinconia che sempre avvince in una ricchezza di motivi lirici espressi in versi piani e scorrevoli, non sempre perfetti, ma che ci offrono il dono più bello della sua spiritualità ideale. Giovane dinamico, ardente, non conosce soste, né ambizione, segue l'aspro cammino dell'arte con occhio fisso alla meta, sicuro di raggiungerla in pieno. Le sue opere edite ed inedite sono l'espressione del suo temperamento artistico, volitivo.



ANTONIETTA DI BARI BRUNO

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XI, Nr. 8 - 9, Andria – Ottobre - Novembre 1947


ANDRIA CANTA!


        Andria canta coi suoi campanili
allor che nasce e allor che muore il giorno,
con melodie soavissime e sottili
l'incanto che si espande a lei d'intorno.

                Andria canta coi prischi monumenti
        ricchi di storia, d'arte e di bellezza,
        alle novelle generazioni i venti
        recano il soffio della lor grandezza.

        Andria canta coi folti mandorleti,
coi prati rifioriti, a cui assurge
la primavera, canta coi vigneti,
con le sue belle e prosperose Murge.

                Andria canta attraverso la fervida,
        opera dei poeti e dei scrittori.
        Canti di verde amor, canti di vita
        innalza Andria pei nostri dolci cuori!

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XV, Nr. 7, Andria – 1° luglio 1951

BRINDISI NATALIZIO

Dedicato alla poetessa Iolanda Calò


Quieta è la notte. Quì riuniti intorno
        al desco famigliare, ci guardiamo
        l'un l'altro dentro gli occhi, e il santo giorno
        in letizia ed in pace, ecco, attendiamo.
Che importano i Natali ormai trascorsi?
          -  Che fa se fuggon gli anni della vita?
        Ci resta pur la gioia indefinita
        di attendere Gesù senza rimorsi.
La nostra casa è povera, si sa:
        noi stessi non abbiamo oro né gemme,
        ma benedetta sia la povertà
        che ci fa uguali al Bimbo di Betlemme!
E perciò, sollevando in allegrezza
        i capaci bicchier, color d'opale,
        con l'anima ricolma di dolcezza,
        diciamo l'un all'altro: - BUON NATALE!

Andria Natale 1941

Emanuele Scaringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno VI, Nr. 1, Andria – 1 gennaio 1942


CANTICA ARDENTE

<< Dedico al Comandante della 150 Legione M.V.S.N.CONSOLE P. PUCCI –
che ama gli Eroi della Patria nostra>>.


Io canto al sole,
Al vento,
L'ansia,
L'ardir,
L'amor dè Combattenti,
Per cui
Cader non è morir,
Ma riviver nei cuori
E ne le menti,
In luce d'Eroismo
E di martir!
Io canto
La Gloria degli Eroi,
Caduti là sul campo,
Al grido:
A NOI!
Canto il tuo Fato,
Italia,
Terra mia,
Regina di bellezza
E di poesia. -

Emanuele Scaringella


                        Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno VII, Nr. 2, Andria – 31 marzo 1943

Capodanno


L'anno finisce, in agonia declina
verso il sentiero dell'oblio sereno;
reca lontano, ascoso nel suo seno,
miserie, pene, lacrime e rovina...

Mai più ritornerà. Sulla sua bara
ride, però l'umana illusa gente,
impazza, brinda e grida allegramente
nell'ora mezzo lieta e mezzo amara.

Coma la vita è l'anno nuovo, come
il fiore che nasce e sullo stelo muore:
oggi c'incatena con il suo splendore,
domani tedia e non sarà che un nome
allor che anch'esso, come ogni altro, muore...

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XV, Nr. 12, Andria Natale 1951


CIMITERO DI GUERRA


Di croci e di Caduti popolati
e di cipressi grigi, o cimiteridi
guerra: non v'illuminano ceri;
non v'inghirlandan fiori profumati.

        Sepolti nella pace sconfinata
        dei vostri Nomi eroici, l'oblio
        dei viventi, dal ciel, compensa Iddio
        per chi la vita alla sua Patria ha data.

Omaggio mesto di straniere genti
voi accogliete, in pio pellegrinaggio:
cuori commossi e grati occhi lucenti.

        L'angelo della Patria aleggia e ammalia
        in ogni solitario eremitaggio:
        ov'è un Caduto, è il cuore dell'ITALIA !

Andria (Bari), ottobre 1954

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVIII, Nr. 9, Andria 26 ottobre 1954


Giocondo Natalizio

a Dina


Undici luglio del quarantasette
        è giorno caro per la mia famiglia;
        mi nasce Dina, ancora un'altra figlia,
        che assommano, con essa, tutti a sette.

È un caldo e vivo amore di bambina
        che ad allietare la mia casa viene,
        chissà perchè, le voglio tanto bene,
        ella ch'è, fra le altre, la piccina.

Sorride ch'è un incanto e una bellezza
        e dà l'idea d'un bocciolo di maggio,
        inizia lieto il suo terreno viaggio
        facendo di noi tutti la lietezza.

Quando la stringo forte sul mio cuore
        bacio del capo suo la fine seta,
        dimentico così d'esser poeta,
        essendo il più felice genitore!

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XI, Nr. 6 -7, Andria settembre - ottobre 1947


RICORDI DI NATALE

Alla Direttrice de “LA RONDINE” MARIA PIA CIMINO,
con vivissima simpatia e stima.


C'era una volta un bimbo che aspettava
per Natale la strenna di Gesù,
e ogni volta Gesù, l'accontentava
ma un anno, ahimè, non glie la portò più.

Quel bambino ero io. E la mia lieve
storia è la stessa di ciascun bambino.
Non torna più Gesù, bianco di neve,
per portarmi Pinocchio o il cavallino.

E sol questo mancasse! Invece a quanti
manca pur anco dell'amor la fiamma!
Quanti, perduti fra miserie e pianti,
chiedon che torni – e non vien più! - la mamma!

Andria (Bari), Natale 1948

Emanuele Scaringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XII, Nr. 10, Andria Natale 1948


NATALE LONTANO

Alla poetessa ELENA POLLI, con cuore di poeta.


L'autunno è morto; è ritornato inverno
con carichi di neve, piogge e gelo;
è sempre buio e nuvoloso il cielo,
e nel mio cuore il freddo vi sta eterno.

Dicembre avanza; aumentano le pene
per le memorie che son vive in me;
a volte non so più nulla di te,
io che ti volli e che ti voglio bene.

Natale! Oggi è il Natale mio lontano
dal mio paese, dalle cose care:
la mia casetta, i campi miei ed il piano.

Oggi amo pur l'avverso mio destino
perchè a Natale ognun dimenticare
deve il dolore, per Gesù Bambino!

Andria (Bari), Natale 1948

Emanuele Scaringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XII, Nr. 10, Andria Natale 1948


NATALE


Natale: quanta neve alabastrina
cade dal cielo, copre tutto il suolo,
sembra ogni strada un candido lenzuolo;
è un magico bazar ogni vetrina.

Natale; sulla neve passa il volo
dei passeri; attraversa la bambina
ed ove son balocchi si avvicina.
Io vago, solitario, mesto e solo.

Natale; grava una malinconia
nell'aria e opprime l'anima e il mio cuore
oggi che torna nasce il piccolo Signore,
oggi che torna in mezzo a noi il Messia.

Natale; quanta mistica poesia
adorna il clima puro del candore,
io non ho pace, io non ho calore
Natale senza più la madre mia! ...

Andria (Bari), Natale 1949

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XIII, Nr. 12, Andria, 24 dicembre 1949



O MADRE DEI MIRACOLI


    Ascolta, Madre nostra, Ti preghiamo
di darci pace. Siam figli Tuoi diletti
e Tu vedi in cuor nostro quanti affetti
volgiamo a Te che così tanto amiamo.

        Da Te invochiamo con devoto cuore
    salvezza e bene per la nostra gente
    e Tu benedici chi è presente
    e chi è lontano, o Madre dell'Amore.

    O Madre dei miracoli, Maria,
Madre di Dio, divina e benedetta,
Andria, città a Te cara e prediletta,
libera da ogni male e così sia !

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XV, Nr. 9, Andria, 16 settembre 1951



ODE AD ANDRIA


T’amo, Andria d’amor, che tu la bella
Culla sei de’ miei sogni alti ed umili.

La terra de’ miei Avi onesti, quella
Che a la gran Patria mai die’ dei Vili.

E i mie raggi nel cuore come una Stella
e mi spinse onesto e più gentil.

T’amo per la tua luce e la tua storia,
per i figli tuoi prigionieri per la Gloria.

T’amo per le tue gesta e la grandezza
del genio che ti guida la giovinezza.

Emanuele Scaringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno VI, Nr. 2, Andria, 15 marzo 1942



RESURREZIONE


    Squillano le campane:
squillan che Pasqua viene,
alle silenti immensità serene.

    Ridono i fiori dei peschi,
ridono i fiori dei meli
al sol che splende negli azzurri cieli.

    Sui rinverditi prati
cantano i bimbi in coro,
offrendo al vento i riccioletti d'oro.

    Canto di bimbi e di campane, riso
di sole e fiori: è Pasqua !

    Anche la terra oggi è un Paradiso.


ANDRIA (Bari), Pasqua 1950.

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XIV, Nr.4, Andria – 9 aprile 1950




PASQUA


Pasqua vien ! Le pecorelle,
con l'erbette tenerelle,
con gli ulivi inargentati,
son fioriti tutti i prati;
Pasqua reca Primavera
e ginestre alla brughiera,
fa felice tutti i cuori,
fa sbocciare tutti i fiori,
con le antiche e care usanze
fa nutrire le speranze,
tutto ride, tutto è in festa,
la natura si ridesta
su nel cielo cristallino
sale un canto chiar divino
e negli alti campanili
con gli uccelli più gentili
cantan pie le campane
or vicine ed or lontane,
con sommessa intonazione:
Pasqua di Resurrezione !

Emanuele Scaringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XIII, Nr.4, Andria – 10 aprile 1949



PENSANDOVI TANTO

A mio figlio Tommy ed alla
sua diletta Anna Pinchera.


Vi ho riveduti a Colleferro, o cari
e sono stato lieto, come mai;
con voi ho dimenticato i miei amari
giorni, le pene e i numerosi guai.

    L'ora della partenza è stata triste...
    Un'infinita e querula tristezza
    ha stretto il cuore, che più non resiste
    qui, dove il mio penar muore in asprezza.

Il bene che vi voglio, o miei figlioli,
mi fa, da voi lontano, assai soffrire.
Lascio che a voi il mio pensiero voli

    e vi traduca il mio sofferto arcano.
    I vostri volti vedo rifiorire
    nel sogno, un sogno placido ed umano:

e non vi sento più da me lontano! -


Andria, novembre 1954

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVIII, Nr.10, Andria – novembre 1954

SALUTO

al Sen. Onofrio Jannuzzi
(con fede - l'Autore)


O luminare del Faro pugliese
a Te il mio verso con ardore inchino
oggi che onori ancora il tuo paese
in cui vedesti il primo Tuo mattino.

O illustre d'Andria Figlio, nel Tuo nuovo
compito è un premio per le nostre genti;
dentro il mio cuore un infinito io provo
palpito di novelli sentimenti.

O dappertutto noto e già famoso
Senatore Jannuzzi, come l'uomo
di mente eletta e cuore generoso
grande nella bontà, nell'opra indomo.

Ti segua ovunque il voto ed il pensiero
dei Tuoi concittadini nell'ascesa;
augurale Ti sia il veritiero
premio al Tuo nome questa nuova impresa.

Al mio saluto oggi si unisce pure
Andria tutta: città dei nostri cuori.
Le tue energie son floride e sicure
per procurarti ancor futuri allori !

Colleferro, novembre 1952


Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVI, Nr.11, Andria – 30 novembre 1952


TRILOGIA NATALIZIA


N A T A L E

La neve cade, fuori. Nel camino
il fuoco è vivo: è tutto una gran fiamma
e vi si scalda trepido il bambino
seduto sui ginocchi della mamma.

Le candeline illuminano il Presepe
dove Maria, raccolta e pien di affanno
veglia Gesù e a lui, da ogni siepe
vanno i pastori. Presto è Capodanno!


C A P O D A N N O

Danze, risate, musiche, canzoni:
in ogni casa impazza un gran raduno
di gente lieta. Addio, delusioni,
sia lieto l'anno nuovo per ciascuno.

Sian tutti i giorni belli e sorridenti,
più non si pensi a ciò che si allontana
coi giorni grigi ed i dolori spenti:
è Capodanno. È verrà la Befana.


B E F A N A

I bimbi non han sonno: dentro il letto
guardan nel buio le calze penzolanti,
e sognano un dolciume, qualche oggetto
che li faccia felici tutti quanti.

Infine si conciliano, pazienti,
col sonno e tosto reca doni
ad essi la Befana, ai negligenti
nero carbone e belle cose ai buoni.

Andria (Bari) Dicembre 1950

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XIV, Nr.13, Andria – 25 dicembre 1950




TRISTE PASQUA


Pasqua, Gesù risorge! Ogni sentiero
l’erba novella e fresca e verde copre,
la primavera geme e fiori scopre,
Pasqua, per me, è tutta orlata in nero.

L’altr’anno avevo il babbo... Il genitore
quest’anno, ahimè, quest’anno non esiste,
per me questa è una Pasqua amara e triste,
che pesa con angoscia sul mio cuore.

Gesù, morto per gli uomini, risorge
al rifiorire della Primavera!
Io ho l’anima, come la notte nera:
perché mio padre: ahimè, mai più risorge!

Andria (Bari), Pasqua 1951

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XV, Nr.3, Andria – Pasqua 1951


TRISTE RICORDO

(In memoria di Anna Dolores Labruto)


Anna, dieci anni ormai trascorsi
dal triste dì che mi dicesti: Addio!
e, la fiorente giovinezza spenta,
calasti nella tomba, e il tuo sorriso
si stirò nel sogghigno de la Morte,
e gli occhi azzurri come il ciel d'Aprile
chiudesti per riaprirli
tra i campi d'asfodeli, ai regni Elisi.
Dieci anni... Dieci secoli per chi oblia,
un istante per chi t'ha ricordata
semplice, buona e bella
amica de l'infanzia benedetta.
Rammenti? T'ero accanto,
e, poeta, piangevo nel Tuo Fato,
senza farmi vedere
per non rapirti l'ultima illusione.
Pur ti dovrei lasciare,
povera, buona Fata
né mai più ti rividi
su questa terra triste, ove passasti
qual Angel del Dolore.
Partii, col pianto agli occhi,
dopo averti baciata,
sulla madida fronte, o pia sorella.
Un mese dopo tu non eri più:
eri andata lassù,
fra gli angeli Poeti, accanto a Dio.
Ora dormi, lontano
da chi ti consacrò fraterno affetto,
là, nel silente piano
di Messina, fra tante e tante Croci.
Non ho potuto mai portarti un fascio
di quei fiori che amavi, o dolce fiore
che la bufera svelse,
né accender la mia lampada sull'Ara
della tua tomba muta.
Ma tu vivrai per sempre
nel cuore mio, finché ti rivedrò
al di là d'ogni bene e d'ogni male,
dolce Annina, Sorella spirituale.


Andria (Bari)

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XVI, Nr.11, Andria – 30 novembre 1952


VA, STORNELLATA MIA!


Fior d'azalea,
un vivo augurio porgo al buon MORGIGNI,
amato Direttore de « L'Idea ».

Fiorino del monte,
saluto e onoro CAFARO PASQUALE,
d'Andria poeta e di Castel del Monte.

Rosa di Maggio,
ALFONSO DI PASQUALE ora ricordo,
pittore assai valente nel paesaggio.

Giunchiglia in fiore,
fra gli scrittor partenopei vi cito
l'amico MATURANZO SALVATORE.

Fresco Pistillo,
di Messina saluto la gentile
ALAIMO TINA, con MARIA BUSILLO.

Boccioli rari,
un plauso ed un evviva al buon JERACE,
QUITADAMO MICHELE ed a DI BARI.

Mentastri alpini,
ELENA TRONCI nel bel mazzo accludo,
con la MJLA GRECO e la FIORINI.

Mughetti belli,
qui di «KURSAAL» e il «PUNGOLO» presento,
ANGELO GUACCI e GUIDO MASSARELLI.

Fior di malia,
tanti auguri sinceri di poesia,
a tutti quanti dalla Musa mia.


Andria, gennaio 1955.

Esca Ringella

Pubblicata su: «L’IDEA DI ANDRIA», Anno XIX, Nr.2, Andria – Febbraio 1955



« VECCHIA QUERCIA »


Vecchia quercia sul Monte Faraone,
ai tuoi piè ho lasciato
la mia pensosa e cara fanciullezza.
Tu ricordi le soste. Innamorato,
io lo sguardo spaziavo sull'ampiezza
del verde panorama.
Ecco Trani. E Barletta. Ecco Corato.
Ecco Andria Fidelis!
Il ricordo li chiama
alla mia mente, con dolce passione.
Nella lettura immerso
dei libri, o sopra i miei quaderni
intento a ricopiar pensieri eterni,
spesso levavo gli occhi al ciel terso,
in contemplazione.
Ora gli anni mi pesano sul cuore,
o vecchia quercia amata.
Sapessi quanto è acerbo il mio dolore
or che t'ho ricordata.

Vorrei tornare, come un giorno, a te
Chissà, chissà perchè !


Andria, 1° luglio 1953.

Esca Ringella

Pubblicata su: «L'IDEA DI ANDRIA», Anno XVII, Nr.11, Andria – 18 ottobre 1953




FITTE BOSCAGLIE


Fitte boscaglie, dense di misteri,
Dove, tra l'alte piante secolari,
Si snodano fantastici sentieri
Ricoperti di muschio e sterpi vari.

Fitte boscaglie, ove i miei di primieri
Trascorsi in solitudine a sognare
Sui versi dei poeti eletti e fieri.

Io v'amo! Ai vostri platani giganti,
Ai vostri pini schiusi al par di ombrelli,
Ai vostri abeti al vento sussurranti.

Sacro il sonetto ch'è fra i miei più belli
Voi m'udite, ed ai rivoli fruscianti
Nel vostro sen specchiate i tronchi snelli.

                            MANUEL SCARINGELLA
                                              de la CICOGNA
Andria (Bari)

Pubblicata su: "VIOLE APPASSITE - Canti della notte" - Giuseppe PIRONTI
«Luigi Pellegrini Editore» - Cosenza 1973 - pag. 91

Per il 3° Compleanno di 
    SILVIA GUGLIELMI


Il più bel dono che io possa farti
versi sgorgati dal mio cuore, e darti
di me un RICORDO per degli anni interi.

Silvia Guglielmi: fiorellin gentile
del prato verde e d'oro della vita,
raro sorriso tenero d'aprile,
dei genitori piccola fiorita.

Si schiuda per te, roseo, l'avvenire,
ricco di rose, qual roseto a maggio;
sia ogni giorno un magico gioire
a un facile e piacevole Viaggio.

Ti arrida la fortuna, ovunque vada;
ti sia la vita larga di bei doni,
il Sole inondi d'oro la tua strada,
riecheggino per te armoniosi suoni.

Il più bel dono che io possa farti
piccola Silvia, son questi sinceri
versi sgorgati dal mio cuore, e darti
di me un RICORDO per degli anni interi!

Andria, 8 maggio 1950.

                            EMANUELE SCARINGELLA
                                    (Esca Ringella)
                                             
Pubblicata su: «L'IDEA DI ANDRIA», Anno XIV Nr.5, Andria - Maggio 1950

OFFRENDO UN FIORE


                                    A PINA DI TULLIO
                                        Affido questo mio fiore
                                        affinché essa ne avrà cura
                                        della nostra imperitura
                                        amicizia.

A te, Pinuccia, dolce e caro fiore,
    piego il ginocchio, a te la testa chino
    innanzi al tuo  bellissimo piedino
    con l'amicizia eterna del mio cuore.

Questo mio fiorellin ti voglio offrire:
    ha del candore il puro e dolce volto,
    esso la mia amicizia ti vuol dire,
    perchè per te, sognando, l'ho raccolto.

Serbalo tra le pagine - divina
    memoria mia - del libro che t'ho dato
    un giorno, quel bel libro intitolato:
    << Andria nel I° Millennio >> buona Pina.

Andria, Febbraio 1946.

        Manuel Scaringella dé la Cicogna

ABBANDONO


    A Lucietta Camporeale in
        ricordo della sera del 12-08-1945
Venni da te Lucia - col cuore dispiaciuto,
e il cor chiamò Lucia! Ma il labbro tuo fu muto.

Uscimmo insieme verso - le strade popolose,
avevo il cuore perso - tra le cose dolorose

Sostammo. Non parlasti -  neppure quella volta
in cui ti dissi: Ascolta! - Ma, solo mi lasciasti
nè di tua voce il suono - uddi nell'abbandono!

        Manuel Scaringella 
                dé la Cicogna

ultime parole

ULTIMI VERSI

Mia cara Andria,
tu che mi hai visto nascere,
e che mi sei stata cara
con amarezza ti lascio,
come ti lasciarono i miei avi.

È giunta la mia ora,
la mia fine
e, con questi miei versi
voglio salutare a tutti
i miei cari
ed qualche più caro amico.

Andria dicembre 1974.

Ospedale Civile - Generale Lorenzo Bonomo -.

ultime parole

Queste le ultime parole di papà Emanuele SCARINGELLA
(Poeta ESCA RINGELLA), scritte su un pezzetto di carta trovato
nella tasca del pigiama, che indossava nel giorno della sua morte.

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